Aumenta ancora il divario economico tra pochi ricchi e miliardi di persone

La ricchezza prodotta nel mondo finisce sempre più nelle tasche di pochi mentre i salari non stanno al passo con l’inflazione.

Pochi ricchi sono sempre più ricchi, mentre quasi cinque miliardi di persone non vedono crescere il proprio patrimonio. Secondo il rapporto di Oxfam Disuguaglianza: il potere al servizio di pochi, oggi nel mondo i miliardari possiedono tremilatrecento miliardi di dollari rispetto al 2020 e il valore dei loro beni è cresciuto tre volte più rapidamente del tasso d’inflazione. Dall’inizio della pandemia, i cinque uomini più ricchi del pianeta hanno più che raddoppiato le proprie fortune a un ritmo di quattordici milioni di dollari all’ora. Le dieci società più grandi hanno un valore in borsa che supera il prodotto interno lordo di tutti i Paesi dell’Africa e dell’America Latina messi assieme. Tra il 2022 e il 2023, le centoquarantotto aziende più grandi hanno aumentato del cinquantadue percento annuo i propri utili rispetto alla media del periodo 2018-2021.

Con lo strapotere che hanno, non stupisce che facciano gli interessi dei loro azionisti invece che dei lavoratori: in novantasei multinazionali, per ogni cento dollari di profitti ottantadue sono finiti nelle loro tasche. Al contempo, il compenso di chi lavora è sempre meno adeguato e più precario. Con la pesante fase inflattiva che c’è stata, gli stipendi di ampi segmenti della forza lavoro hanno perso potere d’acquisto, non essendo stati adeguati ai rincari. Per quasi ottocento milioni di lavoratori occupati in cinquantadue Paesi, essi non hanno tenuto il passo dell’inflazione. Guardando il monte salari, tra il 2021 e il 2022 c’è stata una perdita equivalente a quasi uno stipendio mensile per ciascun lavoratore.

Le disuguaglianze sempre più elevate e crescenti stanno tristemente rappresentando l’epoca in cui viviamo, con le recenti gravi crisi che hanno aumentato disparità e fratture sociali. Miliardi di persone devono vivere facendo i conti con una maggiore fragilità a causa del carovita, dei conflitti, delle epidemie, degli eventi metereologici estremi sempre più frequenti. I divari economici e sociali alimentano così tra le persone un pericoloso sentimento di frustrazione, impotenza e perdita di controllo sul proprio futuro. Anche perché il mondo sta producendo ricchezza, ma buona parte di essa viene intascata da una manciata di ricchissimi. A causa dell’avidità di pochi e di una politica che tutela più loro che i cittadini, al ritmo attuale ci vorranno duecentotrent’anni per porre fine alla povertà nel mondo.