In Pakistan un cristiano è stato prosciolto dall’accusa di blasfemia

Le leggi sulla blasfemia vengono perlopiù utilizzate per risolvere controversie personali e dispute sui terreni.

Dopo oltre sei anni in carcere con l’angoscia dalla pena di morte inflittagli in primo grado, il pakistano Sawan Masih, cristiano accusato di blasfemia, è stato prosciolto dall’Alta corte di Lahore. Come riporta AsiaNews, l’operatore sanitario era stato condannato nel marzo 2013 per aver insultato il profeta Maometto durante una conversazione con un amico musulmano, che asserì che egli avrebbe detto frasi come “Gesù è genuino”, “il tuo profeta è falso”, “solo Gesù è la vera fonte di salvezza”. Questo episodio aveva scatenato una violenta campagna anti-cristiana da parte di estremisti islamici, che con tremila persone avevano attaccato la Joseph Colony, l’area a maggioranza cristiana di Lahore, distruggendo centinaia di case e negozi e due chiese.

Ma i giudici hanno ribaltato la prima sentenza e l’accusatore, Shahid Imran, potrebbe essere imputato per calunnia. Dietro di lui c’è probabilmente un ricco uomo di affari locale, che voleva impossessarsi dei terreni dei cristiani per scopi industriali. Le ricerche degli attivisti per i diritti umani dimostrano infatti che leggi sulla blasfemia vengono perlopiù utilizzate per risolvere controversie personali e dispute sui terreni. Il reverendo Javed Bashir della chiesa pentecostale Voce di Cristo a Karachi, aggiunge che queste false accuse vengono spesso aggravate da vendette personali e odio religioso.

In questa occasione, l’Alta corte di Lahore ha ripristinato un po’ di onore per la magistratura pakistana. Spesso i giudici sono sottoposti a forti pressioni da parte dei gruppi religiosi perché emettano sentenze di condanna nei casi di blasfemia. Ufficialmente, almeno ottanta persone tra giudici, avvocati e politici sono state uccise per aver sostenuto gli accusati o per essersi opposte alle leggi. Ma i casi sono molti, tanto che, pochi giorni prima della sentenza a favore di Sawan Masih, le minoranze religiose del Bangladesh hanno manifestato chiedendo l’abrogazione della legge pakistana sulla blasfemia.

Infatti, il cristiano Asif Pervaiz, che lavorava in una fabbrica tessile nell’area di Youhanabad a Lahore, è stato condannato, dietro l’accusa da parte del suo supervisore di avergli inviato messaggi diffamatori sul profeta Maometto con il suo telefono, prima a tre anni di carcere, poi all’impiccagione. Il cristiano David Masih è stato accusato dopo il ritrovamento di alcune pagine del Corano in una fogna nella provincia di Khyber Pakhtunkhwa. L’unica soluzione possibile sembra quindi la cancellazione di questa legge.