Un diverbio fra dei giovani che stavano pulendo l’entrata della loro chiesa e un signore è sfociato in un pestaggio e una razzia.
Un diverbio fra dei giovani che stavano pulendo l’entrata della loro chiesa e un signore è sfociato in un pestaggio e una razzia.
In un villaggio cristiano della città di Okara, nel Punjab pakistano, un diverbio fra tre giovani che stavano pulendo la zona davanti al cancello della loro chiesa e un signore musulmano che passava di là è sfociato in un brutale attacco da parte di centinaia di fedeli islamici. L’uomo, che stava transitando con la sua motocicletta davanti all’entrata dell’edificio sacro, ha iniziato a inveire contro di loro perché, secondo lui, gli avevano sporcato il vestito con polvere e acqua, minacciandoli di conseguenze.
Nel giro di poche ore, il battibecco è diventato un pestaggio e una razzia, con uomini e donne cristiani picchiati e gli interni delle loro abitazioni distrutti e saccheggiati. Infatti, il signore è tornato con alcuni suoi amici muniti di armi da fuoco e mazze da hockey, con le quali hanno cominciato a colpire e ferire i ragazzi alle mani, alle gambe, alla schiena, alla testa. Un cristiano e un musulmano hanno provato assieme a fermare il pestaggio. Passato questo momento, il giorno dopo è addirittura giunta una grande folla di persone che sono entrate in decine di edifici e hanno attaccato altri cristiani.
Il fatto è successo nel pomeriggio del 14 maggio. Il parroco della chiesa, p. Khalid Mukhtar, ha diffuso sui social la notizia dell’assalto contro le famiglie cristiane e ad AsiaNews ha dichiarato: «Mentre le vittime passano da un dottore o all’ospedale per ricevere cure, i colpevoli sono in giro liberi. Molti di loro sono stati riconosciuti. Perché la polizia non li arresta? Noi chiediamo che tutti i colpevoli siano arrestati al più presto e giudicati dalla legge». Nonostante sia stata sporta una denuncia alla polizia locale contro i responsabili noti, dopo alcuni giorni nessun colpevole è stato assicurato alla giustizia.
Commentando l’avvenimento, Aslam Pervaiz Sohotra, presidente del Masiha Milat Party, ha ricordato altri villaggi cristiani assaltati e bruciati e si è rivolto a quei politici che dicono che i cristiani sono protetti dalla legge e godono di uguali diritti, chiedendo loro: quanti colpevoli sono stati puniti per questi incidenti? Questa mentalità terrorizza le minoranze in Pakistan, le quali, nonostante tutte le ingiustizie che subiscono, sostengono il Paese e danno un contributo al suo progresso.
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