Le parole di Papa Francesco per l’apertura della seconda sessione della XVI assemblea del sinodo.
Le parole di Papa Francesco per l’apertura della seconda sessione della XVI assemblea del sinodo.
Ha preso il via nella giornata di ieri la seconda sessione della sedicesima assemblea generale ordinaria del sinodo dei vescovi, che proseguirà fino al 27 ottobre. Martedì, nella basilica di San Pietro, c’è stata la veglia penitenziale a conclusione del ritiro spirituale dei padri sinodali in preparazione all’appuntamento e, nella sua riflessione, Papa Francesco si è soffermato sulla parabola del fariseo e del pubblicano che vanno al tempio a pregare, con il primo che sta in piedi con la fronte alta, celebrando così sé stesso, e il secondo indietro con gli occhi bassi: «Quante volte nella Chiesa ci comportiamo in questo modo? Quante volte abbiamo occupato tutto lo spazio anche noi, con le nostre parole, i nostri giudizi, i nostri titoli, la convinzione di avere soltanto meriti? […] E noi oggi siamo tutti come il pubblicano, abbiamo o vogliamo avere gli occhi bassi e proviamo, vogliamo provare vergogna per i nostri peccati. Come lui, rimaniamo indietro, liberando lo spazio occupato dalla presunzione, dall’ipocrisia e dall’orgoglio».
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Il giorno successivo, l’assemblea sinodale è stata aperta con la messa in piazza San Pietro celebrata dal pontefice, che per l’omelia ha preso spunto da tre immagini: la voce, il rifugio e il bambino. Nel cammino verso la Terra promessa, Dio raccomanda al popolo di ascoltare la voce dell’angelo che Lui ha mandato. Ma come mettersi in suo ascolto? Serve accostarsi con rispetto a tutte le idee e le proposte raccolte nei tre anni del percorso sinodale, senza impedire con chiusure alla carità dello Spirito di creare armonia nella diversità. «Sotto le sue ali troverai rifugio», dice il salmo 91, ali che permettono anche il volo. Allo stesso modo, i padri sinodali devono essere «capaci di sollevarsi in alto con i movimenti vigorosi di riflessioni e intuizioni geniali», ricordandosi che abbracciare, proteggere e prendersi cura è parte dell’indole della Chiesa. Infine, l’immagine del bambino è richiamata dallo stesso Gesù, che invita i discepoli a diventare come lui: «l’unica via per essere all’altezza del compito che ci è affidato è quella di abbassarci, di farci piccoli e di accoglierci a vicenda come tali».
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Nel pomeriggio, nell’aula Paolo VI ha preso il via la prima congregazione generale, all’inizio della quale il Papa è intervenuto ricordando che «questa assemblea, guidata dallo Spirito santo […], dovrà offrire il suo contributo perché si realizzi una Chiesa sinodale in missione, che sappia uscire da sé stessa e abitare le periferie geografiche ed esistenziali avendo cura di stabilire legami con tutti in Cristo». Francesco ha poi tenuto a sottolineare come la convocazione all’assemblea come membri a pieno titolo di laici e consacrati maschi e femmine, diaconi e presbiteri non fa venir meno la sua dimensione vescovile, anzi «segnala la forma che è chiamato ad assumere l’esercizio dell’autorità episcopale in una Chiesa consapevole di essere costitutivamente relazionale e per questo sinodale».
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