Il sinodo non è un parlamento, il protagonista è lo Spirito Santo

Le parole di Papa Francesco all’apertura della sedicesima assemblea del sinodo dei vescovi.

«Nel momento della desolazione, […] Gesù ha uno sguardo capace di vedere oltre: loda la sapienza del Padre e riesce a scorgere il bene nascosto che cresce, il seme della Parola accolto dai semplici, la luce del Regno di Dio che si fa strada anche nella notte. […] Partiamo dunque dallo sguardo di Gesù, che è uno sguardo benedicente e accogliente». È questa l’esortazione che Papa Francesco rivolge ai nuovi cardinali e al collegio cardinalizio nella messa con la quale ieri, giorno di san Francesco d’Assisi, è stata aperta la sedicesima assemblea generale ordinaria del sinodo dei vescovi. Per questo appuntamento, ha continuato, non serve «uno sguardo immanente, fatto di strategie umane, calcoli politici o battaglie ideologiche […]. Non siamo qui per portare avanti una riunione parlamentare o un piano di riforme. […] Il protagonista è lo Spirito Santo».

Nella sua omelia, il pontefice ha prima affrontato la questione dello sguardo benedicente di Gesù, che ci invita «a essere una Chiesa che, con animo lieto, contempla l’azione di Dio e discerne il presente. E che, fra le onde talvolta agitate del nostro tempo, non si perde d’animo, non cerca scappatoie ideologiche, non si barrica dietro convinzioni acquisite, non cede a soluzioni di comodo, non si lascia dettare l’agenda dal mondo». Lo sguardo accogliente di Cristo, poi, ci chiede di «essere una Chiesa ospitale, non con le porte chiuse. In un tempo complesso come il nostro, emergono sfide culturali e pastorali nuove, che richiedono un atteggiamento interiore cordiale e gentile, per poterci confrontare senza paura». La Chiesa, dunque, non deve essere rigida, tiepida, ripiegata su sé stessa, ma umile, ardente e gioiosa.

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Nel pomeriggio, sono iniziati i lavori dell’assemblea sinodale nell’aula Paolo VI. Nel suo discorso, il Papa ha ribadito che «il Sinodo non è un parlamento, […] non è una riunione di amici per risolvere alcune cose del momento o dare le opinioni, è un’altra cosa. […] il protagonista del Sinodo non siamo noi: è lo Spirito Santo. E se in mezzo a noi c’è lo Spirito che ci guida, sarà un bel Sinodo. Se in mezzo a noi ci sono altri modi di andare avanti per interessi sia umani, personali, ideologici, non sarà un Sinodo». Lo Spirito unisce tutte le differenze in un’armonia, che non è una mera sintesi, ma un legame di comunione tra parti dissimili.

Lo Spirito Santo, che ci conduce per mano e ci consola, è colui che fa la Chiesa e colui che la custodisce. Una delle cose che più lo rattristano sono le parole vuote, che alimentano la malattia del chiacchiericcio. Almeno nel sinodo, si augura Francesco, si dica la verità in faccia. Poi, è necessario discernere le voci dello Spirito da quelle mondane: cose anche positive, come il buon senso, aiutano, ma lo Spirito va oltre. Per fargli posto, occorre dare priorità all’ascolto: il sinodo è una “pausa” della Chiesa per ascoltare.

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