Omelia di Papa Francesco per la Liturgia penitenziale sull’importanza della Confessione.
Omelia di Papa Francesco per la Liturgia penitenziale sull’importanza della Confessione.
“Sono andati via quelli venuti per scagliare pietre contro la donna o per accusare Gesù nei riguardi della Legge. Sono andati via, non avevano altri interessi. Gesù invece rimane. Rimane perché è rimasto quel che è prezioso ai suoi occhi: quella donna, quella persona. Per Lui prima del peccato viene il peccatore. Io, tu, ciascuno di noi nel cuore di Dio veniamo prima: prima degli sbagli, delle regole, dei giudizi e delle nostre cadute. Chiediamo la grazia di uno sguardo simile a quello di Gesù, chiediamo di avere l’inquadratura cristiana della vita, dove prima del peccato vediamo con amore il peccatore, prima dell’errore l’errante, prima della sua storia la persona.”
«Rimasero solo loro due: la misera e la misericordia» (In Joh 33,5): parte da queste parole di sant’Agostino sull’episodio evangelico dell’adultera Papa Francesco, nell’omelia per la Liturgia penitenziale di ieri nella Basilica Vaticana. Per Gesù, la donna sorpresa in adulterio non rappresenta un caso di legge, ma una situazione concreta nella quale coinvolgersi. Perciò rimane lì con lei. Lui ci libera dal male che abbiamo dentro, dal peccato che la Legge poteva ostacolare, ma non rimuovere. Come nel racconto scrive sulla sabbia, così nella vita scrive sui nostri cuori la legge dello Spirito.
“Eppure il male è forte, ha un potere seducente: attira, ammalia. Per staccarcene non basta il nostro impegno, occorre un amore più grande. Senza Dio non si può vincere il male: solo il suo amore risolleva dentro, solo la sua tenerezza riversata nel cuore rende liberi. Se vogliamo la liberazione dal male va dato spazio al Signore, che perdona e guarisce. E lo fa soprattutto attraverso il Sacramento che stiamo per celebrare. La Confessione è il passaggio dalla miseria alla misericordia, è la scrittura di Dio sul cuore. Lì leggiamo ogni volta che siamo preziosi agli occhi di Dio, che Egli è Padre e ci ama più di quanto noi amiamo noi stessi.”
Gesù e l’adultera rimangono soli. Quante volte ci sentiamo soli e non sappiamo da dove ricominciare. Il cristiano, nascendo col perdono che riceve nel Battesimo, rinasce sempre da lì, dalla misericordia di Dio. Così perdonati, amati fino in fondo, possiamo riprovare la gioia per ripartire.
“Che cosa fare per affezionarsi alla misericordia, per superare il timore della Confessione? Accogliamo ancora l’invito di Isaia: «Non ve ne accorgete?» (Is 43,19). Accorgersi del perdono di Dio. È importante. Sarebbe bello, dopo la Confessione, rimanere come quella donna, con lo sguardo fisso su Gesù che ci ha appena liberato: non più sulle nostre miserie, ma sulla sua misericordia. Guardare il Crocifisso e dire con stupore: «Ecco dove sono andati a finire i miei peccati. Tu li ha presi su di te. Non mi hai puntato il dito, mi hai aperto le braccia e mi hai perdonato ancora».”
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