Il discorso di Papa Francesco ai partecipanti al seminario “Il bene comune nell’era digitale”.
Il discorso di Papa Francesco ai partecipanti al seminario “Il bene comune nell’era digitale”.
“L’indiscutibile beneficio che l’umanità potrà trarre dal progresso tecnologico (cfr Laudato si’, 102) dipenderà dalla misura in cui le nuove possibilità a disposizione saranno usate in maniera etica (cfr ibid., 105). Questa correlazione richiede che, di pari passo con l’immenso progresso tecnologico in corso, vi sia un adeguato sviluppo della responsabilità e dei valori. In caso contrario, un paradigma dominante – il «paradigma tecnocratico» (cfr ibid., 111) –, che promette un progresso incontrollato e illimitato, si imporrà e forse, persino, eliminerà altri fattori di sviluppo con enormi pericoli per l’umanità intera.”
Papa Francesco, nel suo discorso ai partecipanti al seminario di ieri “Il bene comune nell’era digitale”, promosso dal Pontificio Consiglio della Cultura e dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, ha affrontato la questione delle sfide senza precedenti e completamente inedite che l’umanità si trova davanti alle nuove tecnologie. Il rispetto dei principi morali richiede soluzioni nuove nei confronti di problemi nuovi, pensate sempre considerando il bene comune e rispettando il creato.
“Se i progressi tecnologici fossero causa di disuguaglianze sempre più marcate, non potremmo considerarli progressi veri e propri. Il cosiddetto progresso tecnologico dell’umanità, se diventasse un nemico del bene comune, condurrebbe a una infelice regressione, a una forma di barbarie dettata dalla legge del più forte. […] Fino a quando una sola persona rimarrà vittima di un sistema, per quanto evoluto ed efficiente possa essere, che non riesce a valorizzare la dignità intrinseca e il contributo di ogni persona, il […] lavoro non sarà terminato.”
Papa Francesco si sofferma su due esempi. L’uso della robotica nel mondo del lavoro potrà mettere fine ad alcuni lavori usuranti, pericolosi e ripetitivi, che causano spesso sofferenza, noia, abbruttimento; ma il rischio è quello di utilizzarla in maniera meramente efficientistica solo per aumentare profitti, privando migliaia di persone del loro lavoro e della loro dignità. Poi, si potrà favorire un più grande accesso alle informazioni, ma allo stesso tempo sarà possibile fare circolare opinioni tendenziose e dati falsi, manipolando le opinioni di milioni di persone e mettendo in pericolo la convivenza civile. Per questo, lo sviluppo tecnologico necessita che noi ci riappropriamo e reinterpretiamo i principi etici che altri ci hanno trasmesso.
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