Dirigenti e imprenditori devono essere lievito per lo sviluppo di tutte le persone

Discorso di Papa Francesco al XXVII congresso di UNIAPAC International.

«Il cambiamento richiede sempre coraggio. Ma il vero coraggio ci domanda anche di saper riconoscere la grazia divina nella nostra vita». Lo ha detto Papa Francesco nel suo discorso ai partecipanti al ventisettesimo congresso mondiale di UNIAPAC International, dedicato dall’organizzazione cristiana ecumenica dei dirigenti d’impresa al tema “Il coraggio di cambiare”. Infatti, ha continuato il pontefice, non dobbiamo mai dimenticare che tutte le nostre capacità, incluso il successo negli affari, sono doni di Dio che vanno orientati allo sviluppo degli altri. Per questo l’attività economica, che non c’è dubbio debba essere diversa da quella attualmente dominante, deve far vivere e non uccidere, includere e non escludere, umanizzare e non disumanizzare, prendersi cura del creato e non depredarlo.

«Qualsiasi nuova economia per il bene comune dev’essere inclusiva. Troppo spesso lo slogan “non lasciare indietro nessuno” viene pronunciato senza alcuna intenzione di offrire il sacrificio e lo sforzo per trasformare veramente queste parole in realtà. […] Nel compimento della vostra professione, voi, dirigenti d’azienda e imprenditori, siete chiamati a fungere da lievito per garantire che lo sviluppo raggiunga tutte le persone, ma soprattutto quelle più emarginate, più bisognose, affinché l’economia possa contribuire sempre a una crescita umana integrale».

Quindi, sottolinea il Papa, è da accantonare l’idea che l’inclusione dei poveri e degli emarginati possa essere soddisfatta da un’assistenza finanziaria e materiale. Questa è una soluzione provvisoria, alla quale deve seguire la creazione di posti di lavoro che consentano una vita degna. Questo lavoro va inoltre integrato in un’economia di cura, intesa come essere premurosi nei confronti delle persone e della natura offrendo prodotti e servizi per la crescita del bene comune e il ripristino della piena dignità umana. Pensando al futuro, è indispensabile applicare questo approccio con i giovani, i quali, nonostante inizialmente possano sembrare un problema, hanno il fiuto di far vedere la vera strada.

Infine, Papa Francesco ha ricordato alcuni dei punti principali del Patto per l’economia che ha firmato assieme ai giovani economisti e imprenditori partecipanti all’evento “The economy of Francesco”, tenutosi ad Assisi. Per una nuova economia del bene comune, occorre un’economia del Vangelo, ovvero di pace e non di guerra; che si prenda cura del creato e non lo depredi; a servizio della persona, della famiglia e della vita, rispettosa di ogni donna, uomo, bambino, anziano e soprattutto dei più fragili e vulnerabili; dove la cura sostituisce lo scarto e l’indifferenza; che non lasci indietro nessuno, per costruire una società in cui le pietre scartate dalla mentalità dominante diventano pietre angolari; che riconosca e tuteli il lavoro dignitoso e sicuro per tutti; in cui la finanza sia amica e alleata dell’economia reale e del lavoro e non contro di loro.

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