Discorso del pontefice ai partecipanti al convegno “La santità oggi”.
Discorso del pontefice ai partecipanti al convegno “La santità oggi”.
«Anche oggi è importante scoprire la santità nel popolo santo di Dio: nei genitori che crescono con amore i figli, negli uomini e nelle donne che svolgono con impegno il lavoro quotidiano, nelle persone che sopportano una condizione di infermità, negli anziani che continuano a sorridere e offrire saggezza. La testimonianza di una condotta cristiana virtuosa, vissuta nell’oggi da tanti discepoli del Signore, è per tutti noi un invito a rispondere personalmente alla chiamata ad essere santi. Sono dei santi “della porta accanto”, che tutti conosciamo».
Queste parole sono state dette ieri da Papa Francesco ai partecipanti al convegno di studio “La santità oggi”, promosso dal Dicastero delle Cause dei Santi. Il tema dell’incontro è in sintonia con il Concilio Vaticano II, che ha dedicato un intero capitolo della Lumen gentium alla vocazione universale alla santità, e con l’esortazione apostolica Gaudete et exsultate sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo. Dopo il richiamo all’importanza dei santi della porta accanto, il pontefice ha parlato di coloro che la Chiesa indica come modelli, intercessori e maestri, ovvero i santi beatificati e canonizzati che ricordano a tutti che vivere il Vangelo in pienezza è possibile ed è bello.
La santità non è né un programma di sforzi e rinunce, né una ginnastica spirituale, ma l’esperienza di ricevere gratuitamente l’amore di Dio. Questo dono ci apre alla riconoscenza e ci consente di provare una grande gioia. Per questo non si può diventare santi con il muso lungo, dice il Papa. Inoltre, la santità germoglia dall’esistenza concreta e quotidiana delle comunità, non in un mondo parallelo. Quando si manifesta, ogni Chiesa particolare deve stare attenta a cogliere e valorizzare gli esempi di vita cristiana maturati all’interno del popolo di Dio, che da sempre è dotato dalla grazia divina di un’innegabile percezione spirituale per riconoscerli. La fama sanctitatis non proviene primariamente dalla gerarchia, ma dai fedeli. Certamente, è necessario verificare con discernimento che essa sia spontanea, stabile, perdurante e diffusa.
Papa Francesco conclude il discorso ricordando che una dimensione importante della santità è il senso dell’umorismo, perché alleggerisce l’anima. Raccomanda quindi di recitare una preghiera attribuita a san Thomas More (lui lo fa tutti i giorni): «Dammi, Signore, una buona digestione, e anche qualcosa da digerire. Dammi la salute del corpo, con il buon umore necessario per mantenerla. Dammi, Signore, un’anima santa che sappia far tesoro di ciò che è buono e puro, e non si spaventi davanti al peccato, ma piuttosto trovi il modo di rimettere le cose a posto. Dammi un’anima che non conosca la noia, i brontolamenti, i sospiri e i lamenti, e non permettere che mi crucci eccessivamente per quella cosa tanto ingombrante che si chiama “io”. Dammi, Signore, il senso dell’umorismo. Fammi la grazia di capire gli scherzi, perché abbia nella vita un po’ di gioia e possa comunicarla agli altri. Così sia».
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