La gratitudine, la conversione e la pace siano i doni di questo Natale

Discorso di Papa Francesco alla curia romana in occasione degli auguri natalizi.

«Ogni anno, ai piedi del Bambino che giace nella mangiatoia (cfr Lc 2,12), veniamo messi nella condizione di guardare la nostra vita a partire da questa speciale luce. Non è la luce della gloria di questo mondo, ma “la luce vera, quella che illumina ogni uomo” (Gv 1,9). L’umiltà del figlio di Dio che viene nella nostra condizione umana è per noi scuola di adesione alla realtà. Così come Egli sceglie la povertà, che non è semplicemente assenza di beni, ma essenzialità, allo stesso modo ognuno di noi è chiamato a ritornare all’essenziale della propria vita, per buttare via tutto ciò che è superfluo e che può diventare impedimento nel cammino di santità».

Inizia così il discorso alla curia romana in occasione degli auguri natalizi pronunciato ieri da Papa Francesco, che ha poi sottolineato l’importanza di assumere un atteggiamento di gratitudine nei confronti del Signore, perché essere consapevoli della nostra povertà senza esserlo anche del Suo amore ci schiaccerebbe. Poi, un altro beneficio è la conversione, sia personale sia comunitaria, la quale non è mai un discorso concluso. Convertirsi vuol dire imparare sempre di più il messaggio del Vangelo, per tentare di mettere in pratica nella nostra vita tutto il bene possibile. Per questo, voler cristallizzare il messaggio di Gesù in un’unica forma sempre valida è un atto di superbia. La forma, invece, deve poter cambiare affinché il messaggio di Cristo sia mantenuto vivo e non imprigionato. Inoltre, non serve solo denunciare il male, ma occorre operare dei cambiamenti che ci mettano nella condizione di non lasciarci più imprigionare dalla logica mondana, che rischia di evolvere in un «demonio educato» che arrivano dove pensiamo di essere al sicuro (come all’interno delle istituzioni ecclesiali stesse, dice il pontefice).

Il discorso del Papa prosegue sul tema della pace. La guerra e la violenza sono sempre un fallimento e non possono essere in alcun modo alimentate dalla fede, che invece fa riconoscere Gesù crocifisso dove regnano morte, conflitto, dolore innocente. Se si vuole costruire una cultura di pace tra i popoli e le nazioni, serve partire dal nostro cuore, dove va estirpata ogni radice di odio e risentimento nei confronti dei fratelli e delle sorelle che vivono accanto a noi. Per farlo, dice san Paolo, servono la benevolenza, la misericordia e il perdono. In conclusione, Papa Francesco auspica che i doni di questo Natale siano la gratitudine, la conversione e la pace.

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