Per rinnovare il patto educativo occorre uno sforzo di generosità

Discorso di Papa Francesco al convegno sul tema “Educazione: il patto globale”.

«Ogni generazione dovrebbe […] riconsiderare come trasmettere le sue conoscenze e i suoi valori a quella seguente, perché è attraverso l’educazione che l’essere umano raggiunge il suo massimo potenziale e diviene un essere consapevole, libero e responsabile. Pensare all’educazione è pensare alle generazioni future e al futuro dell’umanità; è pertanto qualcosa di profondamente radicato nella speranza e richiede generosità e coraggio.»

Nel discorso di ieri ai partecipanti al convegno sul tema “Educazione: il patto globale” organizzato dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, Papa Francesco ha affrontato il tema dell’educazione integrale, che, nonostante gli sforzi, continua a essere disuguale nella popolazione mondiale. Certo, i numeri indicano che l’istruzione primaria è quasi universale, ma educare non è solo trasmettere concetti, è un compito che esige la partecipazione solidale di famiglia, scuola e istituzioni sociali, culturali, religiose.

«In alcuni paesi si dice che si è rotto il patto educativo perché manca questa partecipazione sociale all’educazione. Per educare bisogna cercare d’integrare il linguaggio della testa con il linguaggio del cuore e il linguaggio delle mani. […] Integrazione totale. Promuovendo l’apprendimento della testa, del cuore e delle mani, l’educazione intellettuale e socio-emozionale, la trasmissione dei valori e delle virtù individuali e sociali, l’insegnamento di una cittadinanza impegnata e solidale con la giustizia, e impartendo le abilità e le conoscenze che formano i giovani per il mondo del lavoro e la società, le famiglie, le scuole e le istituzioni diventano veicoli essenziali per l’empowerment della prossima generazione.»

Secondo il Papa, il patto educativo non si può rammendare se non attraverso un rinnovato sforzo di generosità e di accordo universale, dove ognuno si prende le proprie responsabilità per far comprendere alle nuove generazioni la propria tradizione e cultura, da mettere in relazione con le altre. Per migliorare la qualità dell’educazione a livello scolastico, occorre coinvolgere maggiormente le famiglie e le comunità locali nei progetti educativi. Inoltre, la funzione dei docenti deve essere riconosciuta e sostenuta con tutti i mezzi possibili.

«Ho parlato di tre linguaggi: della mente, del cuore, delle mani. E parlando delle radici, dei valori, possiamo parlare di verità, di bontà, di creatività. Ma non voglio concludere questo discorso senza parlare della bellezza. Non si può educare senza indurre alla bellezza, senza indurre il cuore alla bellezza. Forzando un po’ il discorso, oserei dire che un’educazione non è efficace se non sa creare poeti. Il cammino della bellezza è una sfida che si deve affrontare.»

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