Condividete speranza e generate alternative

Discorso di Papa Francesco ai partecipanti all’incontro con il Segretariato per la Giustizia Sociale e l’Ecologia della Compagnia di Gesù.

«Condividete la vostra speranza là dove vi trovate, per incoraggiare, consolare, confortare e rianimare. Per favore, aprite futuro, o, per usare l’espressione di un letterato attuale, frequentate il futuro. Aprite futuro, suscitate possibilità, generate alternative, aiutate a pensare e ad agire in un modo diverso. Curate il vostro rapporto quotidiano con il Cristo risorto e glorioso, e siate operai della carità e seminatori di speranza. Camminate cantando, e piangendo, che le lotte e le preoccupazioni per la vita degli ultimi e per la creazione minacciata non vi tolgano la gioia della speranza.»

All’incontro di ieri con il Segretariato per la Giustizia Sociale e l’Ecologia della Compagnia di Gesù, Papa Francesco ha esortato i partecipanti con queste parole che potrebbero essere rivolte a tutti i cristiani. Il suo discorso è partito dalla cultura dello scarto, che produce una grande maggioranza di gente lasciata indietro. Ogni anno la liturgia ci invita a contemplare Dio nel candore di un bambino escluso, che come loro non fu accolto. Questo Dio escluso ci aiuta a scoprire la bellezza di ogni persona emarginata.

«Nei poveri voi avete trovato un luogo privilegiato d’incontro con Cristo. È questo un dono prezioso nella vita del seguace di Cristo: ricevere il dono di incontrarlo tra le vittime e i poveri. […] Non smettete di offrire questa familiarità con i vulnerabili. Il nostro mondo spezzato e diviso ha bisogno di costruire ponti affinché l’incontro umano permetta a ognuno di noi di scoprire negli ultimi il bel volto del fratello, nel quale ci riconosciamo, e la cui presenza, pur senza parole, esige nel suo bisogno la nostra cura e la nostra solidarietà.»

Oggi nel mondo abbondano le situazioni di ingiustizia e dolore umano: guerre, massacri, distruzioni, xenofobia, disuguaglianza, tratta di persone, ricerca egoista dell’interesse nazionale. Per Papa Francesco, seguire Gesù in queste circostanze inizia con l’accompagnamento alle vittime, per contemplare in loro il volto di nostro Signore crocifisso. Continua nell’attenzione ai nuovi bisogni umani che nascono e nella necessaria riflessione sulla realtà del mondo, per smascherare i suoi mali, scoprire le risposte migliori e generare creatività apostolica.

«Ma la nostra risposta non può fermarsi qui. Abbiamo bisogno di una vera rivoluzione culturale, una trasformazione del nostro sguardo collettivo, dei nostri atteggiamenti, dei nostri modi di percepirci e di situarci dinanzi al mondo. […] I mali sociali spesso s’incistano nelle strutture di una società, con un potenziale di dissoluzione e di morte. Da qui l’importanza del lavoro lento di trasformazione delle strutture, per mezzo della partecipazione al dialogo pubblico, là dove si prendono le decisioni che condizionano la vita degli ultimi.»

Il nostro mondo ha bisogno di trasformazioni che proteggano la vita minacciata e difendano i più deboli. Certo, davanti alle frontiere dell’esclusione corriamo il rischio di disperare, però non dobbiamo lasciarci vincere dalla tentazione di cedere, ma confidare nella speranza.

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