Una comunità deve integrarsi nella vita del popolo di Dio per il bene di tutti

Discorso di Papa Francesco agli Istituti di vita consacrata e alle Società di vita apostolica.

Questo sabato Papa Francesco ha incontrato i partecipanti all’assemblea plenaria della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, ai quali ha ricordato lo spirito che animava san Giovanni Paolo II quando convocò il sinodo dei vescovi su questo tema, ovvero la speranza fondata sulla bellezza del dono che è questo tipo di esistenza. Nonostante il calo numerico in diverse parti del mondo, va incoraggiata la fiducia nel futuro partendo da una memoria deuteronomica, che inizia dal messaggio del Deuteronomio «Ricorda Israele, ricorda» e continua nella memoria della storia del proprio istituto e delle sue radici.

Il pontefice ha poi riassunto il servizio di questi istituti e queste società in due parole: discernere e accompagnare. Le situazioni quotidiane spesso complesse richiedono un lavoro serio e paziente di discernimento, che non può compiersi se non nell’orizzonte della fede e della preghiera. Poi, le comunità, specialmente quelle di recente fondazione, vanno accompagnate per integrarsi nella vita del popolo di Dio e non cadere nel rischio dell’autoreferenzialità. Il Papa esorta quindi:

«Nel discernere e nell’accompagnare ci sono alcune attenzioni da tenere sempre vive. L’attenzione ai fondatori che a volte tendono ad essere autoreferenziali, a sentirsi gli unici depositari o interpreti del carisma, come se fossero al di sopra della Chiesa. L’attenzione alla pastorale vocazionale e alla formazione che si propone ai candidati. L’attenzione a come si esercita il servizio dell’autorità, con particolare riguardo alla separazione tra foro interno e foro esterno – tema che a me preoccupa tanto –, alla durata dei mandati e all’accumulo dei poteri. E l’attenzione agli abusi di autorità e di potere.»

Papa Francesco ha continuato il suo discorso chiedendo la collaborazione con i vescovi diocesani e i pastori, per non far nascere istituti privi di sufficiente motivazione o di adeguato vigore, e l’ascolto reciproco tra Santa Sede, pastori e superiori generali, per proseguire nel percorso sinodale iniziato. I consacrati e le consacrate sono chiamati a offrire un contributo importante in questo processo, attingendo dalla familiarità con la prassi di fraternità e di condivisione sia nella vita comunitaria sia nell’impegno apostolico.

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