Discorso di Papa Francesco a medici, infermieri e operatori sanitari dalla Lombardia.
Discorso di Papa Francesco a medici, infermieri e operatori sanitari dalla Lombardia.
«Nel turbine di un’epidemia con effetti sconvolgenti e inaspettati, la presenza affidabile e generosa del personale medico e paramedico ha costituito il punto di riferimento sicuro, prima di tutto per i malati, ma in maniera davvero speciale per i familiari, che in questo caso non avevano la possibilità di fare visita ai loro cari. E così hanno trovato in voi, operatori sanitari, quasi delle altre persone di famiglia, capaci di unire alla competenza professionale quelle attenzioni che sono concrete espressioni di amore. […] Questi operatori sanitari, sostenuti dalla sollecitudine dei cappellani degli Ospedali, hanno testimoniato la vicinanza di Dio a chi soffre; sono stati silenziosi artigiani della cultura della prossimità e della tenerezza. […] Questo ha fatto bene a tutti noi.»
Sabato Papa Francesco ha rivolto un discorso a medici, infermieri e operatori sanitari dalla Lombardia. Dopo aver ricordato il periodo di sofferenza e lutto appena vissuto a causa della pandemia, ha chiesto di non dimenticare, di fare tesoro di tutta l’energia positiva che è stata investita. Questa è una ricchezza che deve portare frutto per il presente e il futuro della società. Le tante testimonianze di amore generoso ci hanno insegnato quanto ci sia bisogno di vicinanza, cura e sacrificio per alimentare la fraternità e la convivenza civile.
«In questo modo, potremo uscire da questa crisi spiritualmente e moralmente più forti; e ciò dipende dalla coscienza e dalla responsabilità di ognuno di noi. Non da soli, però, ma insieme e con la grazia di Dio. Come credenti ci spetta testimoniare che Dio non ci abbandona, ma dà senso in Cristo anche a questa realtà e al nostro limite; che con il suo aiuto si possono affrontare le prove più dure. Dio ci ha creato per la comunione, per la fraternità, ed ora più che mai si è dimostrata illusoria la pretesa di puntare tutto su sé stessi – è illusorio – di fare dell’individualismo il principio-guida della società. Ma stiamo attenti perché, appena passata l’emergenza, è facile scivolare, è facile ricadere in questa illusione. È facile dimenticare alla svelta che abbiamo bisogno degli altri, di qualcuno che si prenda cura di noi, che ci dia coraggio. Dimenticare che, tutti, abbiamo bisogno di un Padre che ci tende la mano.»
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