Servizio sì, servitù no: dobbiamo lottare contro l’abuso delle religiose

Il discorso di Papa Francesco in occasione della XXI Assemblea plenaria dell’Unione Internazionale delle Superiore Generali.

“Dinanzi al calo numerico che vive la vita consacrata, in particolare quella femminile, la tentazione è quella dello sconforto, della rassegnazione o dell’arroccamento nel si è sempre fatto così. In questo contesto vi ripeto con forza ciò che vi ho detto in altre occasioni: non abbiate paura di essere poche, bensì di essere insignificanti, di smettere di essere luce che illumini quanti sono immersi nella notte oscura della storia. Non abbiate neppure paura di confessare con umiltà, e insieme con grande confidenza in Dio Amore, la vostra fragilità. Anzi abbiate paura: abbiate panico di smettere di essere sale che dia sapore alla vita degli uomini e delle donne della nostra società. Lavorate senza posa per essere sentinelle che annunciano l’arrivo dell’alba (cfr. Is 21, 11-12); per essere fermento là dove vi trovate e con chi vi trovate, anche se ciò apparentemente non vi porta vantaggi tangibili e immediati.”

Ieri Papa Francesco ha incontrato in Vaticano le partecipanti alla XXI Assemblea plenaria dell’Unione Internazionale delle Superiore Generali e, invece di leggere il discorso preparato da cui è tratto questo passaggio, ha rivolto loro delle parole a braccio e ha risposto ad alcune domande.

“L’abuso delle religiose è un problema serio, è un problema grave, io ne sono cosciente. Anche qui a Roma sono coscienti dei problemi, delle informazioni che vengono. E non solo l’abuso sessuale della religiosa: anche l’abuso di potere, l’abuso di coscienza. Dobbiamo lottare contro questo. E anche il servizio delle religiose: per favore, servizio sì, servitù no. Tu non ti sei fatta religiosa per diventare la domestica di un chierico, no. Ma in questo, aiutiamoci a vicenda.”

Il Papa ha anche fatto il punto sui lavori della commissione di studio sul diaconato femminile. Nonostante il buon lavoro, ha ammesso che i teologi e le teologhe partecipanti sono arrivati tutti d’accordo fino a un certo punto, poi ognuno ha sviluppato una propria idea. Così, il risultato teologico e storico comune non è un granché. Quindi, il Papa ha detto che non può fare un decreto sacramentale sulla base del poco che gli è stato affidato e che le diverse relazioni personali, che comunque i membri della commissione gli hanno fornito, sono un passo avanti. Nel suo discorso, il Papa, dopo aver richiamato l’importanza di un servizio umile e discreto animato sempre dalla preghiera di adorazione e lode, fa riferimento ad alcune preoccupazioni.

“Mi preoccupa […] che ci siano Istituti in cui la multiculturalità e l’internazionalizzazione non sono viste come una ricchezza, ma come una minaccia, e si vivono come conflitto, invece di essere vissute come nuove possibilità che mostrano il vero volto della Chiesa e della vita religiosa e consacrata. Chiedo ai responsabili degli Istituti di aprirsi al nuovo proprio dello Spirito, che soffia dove vuole e come vuole (cfr. Gv 3, 8) e di preparare le generazioni di altre culture ad assumersi responsabilità. Vivete, sorelle, l’internazionalizzazione dei vostri Istituti come buona novella. Vivete il cambiamento di volto delle vostre comunità con gioia, e non come un male necessario per la conservazione. L’internazionalità e l’interculturalità non tornano indietro.”

Papa Francesco chiede alle religiose di perseguire contemporaneamente diversi orientamenti, perché il cammino della vita consacrata è il cammino dell’inserimento ecclesiale, all’interno della Chiesa e in parallelo con la Chiesa locale: coltivate la passione per Cristo e la passione per l’umanità; sviluppate la fantasia della carità e vivete la fedeltà creativa ai vostri carismi; lavorate in reciproci rapporti con i pastori; compite passi nella missione condivisa tra diversi carismi e con i laici.

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