L’educatore cristiano deve testimoniare con vita e parole che la fede abbraccia tutto l’umano

Discorso di Papa Francesco all’Unione Mondiale degli Insegnanti Cattolici.

Gli insegnanti devono essere «pienamente consapevoli della loro importante missione di educatori e testimoni della fede, individualmente o all’interno di gruppi di colleghi». Lo ha detto Papa Francesco nel discorso rivolto sabato ai partecipanti all’assemblea generale dell’Unione Mondiale degli Insegnanti Cattolici (UMEC-WUCT). Nel suo intervento, il pontefice ha delineato la figura dell’educatore cristiano, il cui stile è decisivo. Questo è chiamato ad essere nello stesso tempo pienamente umano e pienamente cristiano, perché non c’è umanesimo senza cristianesimo e non c’è cristianesimo senza umanesimo. Inoltre, l’educatore non deve essere spiritualista o fuori dal mondo, ma radicato nel presente, nel suo tempo, nella sua cultura.

La sua personalità occorre sia aperta e capace di stabilire relazioni sincere con gli studenti, per comprendere le loro esigenze più profonde, le loro domande, le loro paure, i loro desideri. Serve sia capace di testimoniare, prima con la vita e poi con le parole, che la fede cristiana abbraccia tutto l’umano, tutti gli ambiti dell’esistenza, senza tagliare le ali ai sogni di bambini e ragazzi. Nella Chiesa, infatti, l’educazione dei giovani ha come obiettivo la formazione completa della persona umana, non solo l’istruzione dei concetti. Gli insegnanti, dunque, sono in condizione di lasciare un segno, nel bene e nel male, nella vita degli studenti che sono loro affidati per molto tempo. La responsabilità è tanta, ma anche l’opportunità di introdurli e accompagnarli con sapienza e rispetto verso il vero, il bello e il bene è grande.

Per riuscire in questo compito, ha continuato il Papa, l’arte di educare va coltivata e accresciuta continuamente, perché non è qualcosa che si acquisisce una volta per tutte. Inoltre, avendo a che fare con esseri umani in età evolutiva che cambiano con estrema rapidità, oltre a differenziarsi dalle generazioni precedenti, serve rinnovare le motivazioni e le modalità di lavoro. Occorre quindi ritrovare ogni anno la capacità di empatia e di comunicazione con gli studenti e tenere vivo il desiderio di crescere insieme a loro, trovando i modi più efficaci per trasmettere la gioia della conoscenza e il desiderio della verità tramite linguaggi e forme culturali adatti all’oggi. Ma Papa Francesco avverte: «state attenti alle colonizzazioni ideologiche. Una cosa è stare con la cultura del momento, parlare la lingua del momento, un’altra cosa è lasciarsi colonizzare ideologicamente».

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