Forti nella fede, aperti a tutti nella fraternità e vicini a ciascuno nella compassione

Le parole di Papa Francesco nel viaggio apostolico in Indonesia. Primo giorno.

Con l’arrivo a Giacarta di martedì Papa Francesco ha iniziato il suo lungo viaggio apostolico nel Sud-est asiatico. Gli incontri sono cominciati ieri, a partire da quello con il presidente della repubblica dell’Indonesia e le autorità, la società civile e il corpo diplomatico nel palazzo presidenziale Istana Negara. Il discorso che ha pronunciato si è focalizzato sull’indispensabilità del mutuo rispetto per le specifiche caratteristiche culturali, etniche, linguistiche e religiose di tutti i gruppi umani, come quelli che compongono questo Paese. Il motto nazionale indonesiano, Bhinneka tunggal ika (“Uniti nelle diversità”, letteralmente “Molti, ma uno”), manifesta questo spirito che riconosce la ricchezza delle differenze, le quali compongono un mosaico originale e prezioso.

«L’armonia nel rispetto delle diversità si raggiunge quando ogni visione particolare tiene conto delle necessità comuni e quando ogni gruppo etnico e confessione religiosa agiscono in spirito di fraternità, perseguendo il nobile fine di servire il bene di tutti. La consapevolezza di partecipare a una storia condivisa, nella quale ciascuno porta il proprio contributo e dove è fondamentale la solidarietà di ogni parte verso il tutto, aiuta a individuare le giuste soluzioni, a evitare l’esasperazione dei contrasti e a trasformare la contrapposizione in fattiva collaborazione. Questo saggio e delicato equilibrio, tra la molteplicità delle culture e delle differenti visioni ideologiche e le ragioni che cementano l’unità, va continuamente difeso da ogni sbilanciamento».

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Successivamente, dopo una riunione privata con i membri della Compagni di Gesù presso la nunziatura apostolica, nel pomeriggio il pontefice ha incontrato vescovi, sacerdoti, diaconi, consacrati, consacrate, seminaristi e catechisti nella cattedrale di Nostra Signora dell’Assunzione. Nel suo discorso ha analizzato il motto di questa visita apostolica: “Fede, fraternità, compassione”. La fede ci ricorda che è il Signore che ha donato tutte le ricchezze naturali e guardare tutto questo con umiltà ci aiuta a coltivare sentimenti di gratitudine e responsabilità. Vivere la fraternità significa amarsi riconoscendosi diversi come due gocce d’acqua, ovvero riconoscendosi uguali nella diversità. Infine, la compassione non consiste nel dispensare elemosine ai bisognosi guardandoli dall’alto in basso, ma farci a loro vicini spogliandoci di tutto ciò che può impedire di entrarci davvero in contatto e ridare speranza.

«Il portale di questa Cattedrale, nella sua architettura, mi sembra riassuma molto bene quanto abbiamo detto, in chiave mariana. Esso infatti è sorretto, al centro dell’arco a sesto acuto, da una colonna sulla quale è posta una statua della Vergine Maria. Ci mostra così la Madre di Dio prima di tutto come modello di fede, mentre simbolicamente sostiene, col suo piccolo “sì”, tutto l’edificio della Chiesa. Il suo corpo fragile, appoggiato alla colonna, alla roccia che è Cristo, sembra infatti portare con Lui su di sé il peso di tutta la costruzione, come a dire che essa, opera del lavoro e dell’ingegno dell’uomo, non può sostenersi da sola. Maria appare poi come immagine di fraternità, nel gesto di accogliere, in mezzo al portale principale, tutti coloro che vogliono entrare. È la madre che accoglie. E infine è anche icona di compassione, nel suo vigilare e proteggere il popolo di Dio che, con le gioie e i dolori, le fatiche e le speranze si raduna nella casa del Padre. È la madre della compassione. […] Vi incoraggio a continuare la vostra missione forti nella fede, aperti a tutti nella fraternità e vicini a ciascuno nella compassione».

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La giornata del Papa è terminata con l’incontro con i giovani di Scholas Occurrentes nella Casa della gioventù Grha Pemuda.