L’annuncio del Vangelo è sempre legato all’abbraccio di una Croce

Omelia di Papa Francesco alla messa del Crisma nel Giovedì Santo.

«Il Vangelo ci presenta un cambiamento di sentimenti nelle persone che ascoltano il Signore. Il cambiamento è drammatico e ci mostra quanto la persecuzione e la Croce sono legate all’annuncio del Vangelo. L’ammirazione suscitata dalle parole di grazia che uscivano dalla bocca di Gesù durò poco nell’animo della gente di Nazaret. […] Il Signore, che a volte faceva silenzio o se ne andava all’altra riva, questa volta non rinunciò a commentare, ma smascherò la logica maligna che si nascondeva sotto l’apparenza di un semplice pettegolezzo di paese. “Voi mi citerete questo proverbio: Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fallo anche qui, nella tua patria!” (Lc 4,23). “Cura te stesso”… “Che salvi sé stesso”. Qui sta il veleno! È la stessa frase che seguirà il Signore fino alla Croce: “Ha salvato altri! Salvi sé stesso” (Lc 23,35).»

Alla messa del Crisma nel Giovedì Santo, Papa Francesco inizia la sua omelia sottolineando questo comportamento ambiguo nei confronti di Gesù, perché la Sua parola ha il potere di far venire alla luce ciò che uno porta veramente nel cuore, come il grano e la zizzania. I gesti di misericordia sovrabbondante, le beatitudini e i “guai a voi!” del Vangelo obbligano a discernere e a scegliere, provocando un combattimento spirituale. Possono quindi accendere l’ira e scatenare la ferocia, perché la luce mite della Parola genera chiarezza nei cuori ben disposti, mentre porta confusione e rifiuto in quelli che non lo sono. L’importante è non scandalizzarsi, come non si è scandalizzato Gesù vedendo che il suo lieto annuncio di salvezza non risuonava puro, ma in mezzo alle urla di chi non voleva ascoltarlo e alle minacce di quelli che volevano ridurlo in leggi. Il pontefice chiede dunque questo:

«Noi non ci scandalizziamo perché non si è scandalizzato Gesù dovendo guarire malati e liberare prigionieri in mezzo alle discussioni e alle controversie moralistiche, legalistiche, clericali che suscitava ogni volta che faceva il bene. Noi non ci scandalizziamo perché non si è scandalizzato Gesù dovendo dare la vista ai ciechi in mezzo a gente che chiudeva gli occhi per non vedere o guardava dall’altra parte. Noi non ci scandalizziamo perché non si è scandalizzato Gesù del fatto che la sua predicazione […] abbia provocato uno scandalo pubblico in ciò che oggi occuperebbe appena la terza pagina di un giornale di provincia. E non ci scandalizziamo perché l’annuncio del Vangelo non riceve la sua efficacia dalle nostre parole eloquenti, ma dalla forza della Croce.»

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Sempre ieri, la messa nella Cena del Signore, che segna l’inizio del Triduo Pasquale, non è stata celebrata da Papa Francesco, ma dal cardinale Giovanni Battista Re. Nel corso della celebrazione, non hanno avuto luogo il rito della lavanda dei piedi e la processione offertoriale.