La sconfitta non è mai definitiva, perché Dio ci solleva da ogni caduta con il suo perdono

Omelia di Papa Francesco per il Giubileo del mondo del volontariato.

Ogni anno, il cammino di Quaresima inizia seguendo il Signore condotto dallo Spirito Santo nel deserto, che Egli attraversa e trasforma per noi. Quando vi entra, infatti, accade un cambiamento decisivo: «il luogo del silenzio diventa ambiente dell’ascolto. Un ascolto messo alla prova, perché occorre scegliere a chi dare retta tra due voci del tutto contrarie». Innanzitutto, andando dove non c’è nulla di buono Gesù compie un atto di obbedienza allo Spirito. Poi, per quaranta giorni sperimenta la propria indigenza materiale e spirituale, tentato dalle malvagie parole dal diavolo. Anche noi nella vita siamo tentati, ma non siamo soli a resistere contro il male perché a fianco abbiamo Dio, scrive Papa Francesco nell’omelia preparata per la messa in occasione del Giubileo del mondo del volontariato e letta dal cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale.

Il pontefice prosegue considerando tre aspetti della tentazione di Gesù e anche della nostra: l’inizio, il modo, l’esito. Per prima cosa, la tentazione di Gesù è voluta per dimostrare la sua disponibilità verso il Padre, mentre la nostra è subita. «Mentre chiediamo a Dio di non abbandonarci nella tentazione, ricordiamoci che Egli ha già esaudito questa preghiera mediante Gesù, il Verbo incarnato per restare con noi, sempre. Il Signore ci è vicino e si prende cura di noi soprattutto nel luogo della prova e del sospetto, cioè quando alza la voce il tentatore».

Il modo col quale Cristo viene tentato è nella relazione con il Padre, perché il diavolo prova a distruggere questo legame. Ma se il demonio è colui che separa, Gesù è colui che unisce. E il suo legame unico ed esclusivo con Dio diventa una relazione che coinvolge tutti, senza escludere nessuno. Però, afferma il Papa, «Il diavolo […] sibila alle nostre orecchie che Dio non è davvero nostro Padre; che in realtà ci ha abbandonati. Satana mira a convincerci che per gli affamati non c’è pane, tanto meno dalle pietre, né gli angeli ci soccorrono nelle disgrazie. […] Proprio mentre il demonio vorrebbe far credere che il Signore è lontano da noi, portandoci alla disperazione, Dio viene ancora più vicino a noi, dando la sua vita per la redenzione del mondo».

Infine, come esito delle tentazioni Gesù vince il male e respinge il demonio, che tuttavia tornerà a tormentarlo sul Golgota dicendogli «Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce» (Mt 27,40). Infatti, la vittoria definitiva di Cristo su di lui sarà nella sua Pasqua di morte e risurrezione. Francesco conclude l’omelia dicendo: «Davanti alla tentazione, noi talvolta cadiamo: siamo tutti peccatori. La sconfitta, però, non è definitiva, perché Dio ci solleva da ogni caduta con il suo perdono, infinitamente grande nell’amore. […] Attraversando con [Cristo] il deserto, percorriamo una via dove non ne era tracciata alcuna: Gesù stesso apre per noi questa strada nuova, di liberazione e di riscatto. Seguendo con fede il Signore, da vagabondi diventiamo pellegrini».

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