La cultura dell’incontro è quella che ci fa camminare insieme con le nostre differenze

Le parole di Papa Francesco per l’apertura della XXXIV Giornata Mondiale della Gioventù e la Via crucis dei giovani.

La XXXIV Giornata Mondiale della Gioventù ha accolto giovedì, presso il Campo Santa Maria la Antigua a Panama, Papa Francesco, che ha pronunciato il discorso di apertura. Si rivolge subito ai giovani ricordando loro che incontrarsi non significa pensare la stessa cosa o vivere facendo le stesse cose, ma entrare nella cultura dell’incontro avendo il coraggio di mantenere vivo e insieme un sogno comune, nonostante le differenze.

“Un amore che unisce è un amore che non si impone e non schiaccia, un amore che non emargina e non mette a tacere e non tace, un amore che non umilia e non soggioga. È l’amore del Signore, amore quotidiano, discreto e rispettoso, amore di libertà e per la libertà, amore che guarisce ed eleva. È l’amore del Signore, che sa più di risalite che di cadute, di riconciliazione che di proibizione, di dare nuova opportunità che di condannare, di futuro che di passato. È l’amore silenzioso della mano tesa nel servizio e nel donarsi: è l’amore che non si vanta, che non si pavoneggia, l’amore umile, che si dà agli altri sempre con la mano tesa. Questo è l’amore che ci unisce oggi.”

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Il venerdì di Papa Francesco è iniziato con la visita al Centro de Cumplimiento de Menores Las Garzas de Pacora, dove ha celebrato la liturgia penitenziale con i giovani privati della libertà. Nell’omelia, il Papa si sofferma sulla frase «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro» (Lc 15,2): Gesù, per questo screditato da farisei e dottori della legge, non ha paura di avvicinarsi a coloro che portano il peso dell’odio sociale. Questa indignazione non vale solo per quei tempi, vale anche per oggi.

“Molti non sopportano e non amano questa scelta di Gesù, anzi, prima a mezza voce e alla fine gridando manifestano il loro disappunto cercando di screditare questo comportamento di Gesù e di tutti coloro che stanno con Lui. Non accettano, rifiutano questa scelta di stare vicino e di offrire nuove opportunità. Questa gente condanna una volta per tutte, scredita una volta per tutte e si dimentica che agli occhi di Dio loro stessi sono screditati e hanno bisogno di tenerezza, hanno bisogno di amore e di comprensione, ma non vogliono accettare.”

Il buon cristiano non deve dividere falsamente i buoni dai cattivi, ma creare legami capaci di permettere nuovi processi, perché, come Dio, non può abbandonare nessuno.

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La giornata si è conclusa con la Via Crucis dei giovani, presso il Campo Santa Maria la Antigua di Panama. Papa Francesco ha pronunciato un discorso sul cammino di Gesù verso il Calvario, un cammino di sofferenza e solitudine. Egli sottolinea come la via crucis del Figlio di Dio si prolunghi ancora oggi nei bambini ai quali si nega l’infanzia, nelle donne maltrattate e sfruttate, nei giovani senza futuro degno, nella solitudine degli anziani, nella madre terra ferita, nella società che non sa più commuoversi di fronte al dolore.

“E noi, Signore, che cosa facciamo? Come reagiamo di fronte a Gesù che soffre, cammina, emigra nel volto di tanti nostri amici, di tanti sconosciuti che abbiamo imparato a rendere invisibili? E noi, Padre di misericordia, consoliamo e accompagniamo il Signore, indifeso e sofferente, nei più piccoli e abbandonati? Lo aiutiamo a portare il peso della croce, come il Cireneo, facendoci operatori di pace, creatori di alleanze, fermenti di fraternità? Abbiamo il coraggio di rimanere ai piedi della croce come Maria?”

Da Maria dobbiamo imparare a rimanere in piedi accanto alla croce, sostenendo, accompagnando, proteggendo e abbracciando per dare speranza. La Chiesa deve favorire una cultura capace di accogliere e integrare, con un cuore che non stigmatizzi e generalizzi con la più assurda e irresponsabile condanna di identificare ogni migrante come portatore del male sociale.

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