I veri cittadini di seconda classe sono quelli che scartano la gente

Le parole di Papa Francesco all’incontro con il popolo rom e sinti.

“Una cosa che a me fa arrabbiare è che si siamo abituati a parlare della gente con gli aggettivi. Non diciamo: «Questa è una persona, questa è una mamma, questo è un giovane prete», ma: «Questo è così, questo è così…». Mettiamo l’aggettivo. E questo distrugge, perché non lascia che emerga la persona. […] L’aggettivo è una delle cose che crea distanze tra la mente e il cuore […]. Questo: è un problema di distanza. […] I diritti sociali, i servizi sanitari: «Sì, sì, ma faccia la coda… No, prima questo, poi questo». È vero, ci sono cittadini di seconda classe, è vero. Ma i veri cittadini di seconda classe sono quelli che scartano la gente: questi sono di seconda classe, perché non sanno abbracciare. Sempre con l’aggettivo buttano fuori, scartano, e vivono scartando, vivono con la scopa in mano buttando fuori gli altri, o con il chiacchiericcio o con altre cose. Invece la vera strada è quella della fratellanza.”

Si rivolge così Papa Francesco ai rom e sinti presenti all’incontro di preghiera di oggi in Vaticano, proprio nei giorni in cui stanno accadendo i fatti di Casal Bruciato, dove cresce il desiderio di scacciare il diverso. Sottolinea però anche che, siccome tutti nella vita fanno sbagli, non si deve guardare i peccati altrui, ma i propri, avvicinandosi a chi segue una strada sbagliata per dargli la mano per aiutarlo ad uscire

“Voi potete avere un pericolo… – tutti abbiamo sempre un pericolo – una debolezza, diciamo così, la debolezza forse di lasciar crescere il rancore. Si capisce, è umano. Ma vi chiedo, per favore, il cuore più grande, più largo ancora: niente rancore. E andare avanti con la dignità: la dignità della famiglia, la dignità del lavoro, la dignità di guadagnarsi il pane di ogni giorno – è questo che ti fa andare avanti – e la dignità della preghiera. Sempre guardando avanti. E quando viene il rancore, lascia perdere, poi la storia ci farà giustizia. Perché il rancore fa ammalare tutto: fa ammalare il cuore, la testa, tutto. Fa ammalare la famiglia, e non va bene, perché il rancore ti porta alla vendetta”.

Papa Francesco parla esplicitamente della presenza in Italia di organizzazioni che sono maestre di vendetta, di gente delinquente che vive nell’omertà. Ma nelle difficoltà, occorre andate avanti con la dignità, guardando in alto e trovando che lì Uno ci sta guardando. Uno che da bambino ha dovuto vivere ai margini, nascosto, profugo, per salvare la vita.

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