La polarizzazione non è cattolica, lo è l’armonia delle differenze

Intervista a Papa Francesco sulla rivista dei gesuiti “America”.

«Quando sono con le persone sono felice, sempre. Una delle cose che più mi costa come Papa è non camminare per strada, con la gente, perché qui non si può uscire, è impossibile camminare per strada. Ma non voglio dire che sono felice perché sono in buona salute, o perché mangio bene, o perché dormo bene, o perché prego molto. Sono felice perché io mi sento felice, Dio mi rende felice».

Papa Francesco ha risposto così alla domanda su cosa lo renda così gioioso e sereno nel suo ministero fattagli dalla delegazione di America, la rivista dei gesuiti statunitensi, all’inizio di una lunga intervista a Santa Marta, della quale ampi stralci sono stati tradotti da Vatican News. I successivi interrogativi si sono spostati su alcune questioni che sono al centro del dibattito negli Usa. Riguarda alla polarizzazione nella politica e nella Chiesa, il pontefice ha detto che «non è cattolica. Un cattolico non può pensare aut-aut e ridurre tutto alla polarizzazione. L’essenza di ciò che è cattolico è et-et. […] Il cattolico è sempre armonia delle differenze». Sulla mancanza di fiducia da parte di molti fedeli nella Conferenza episcopale, ha affermato: «Penso che sia fuorviante fare la relazione cattolici-Conferenza episcopale. La Conferenza episcopale non è il pastore, il pastore è il vescovo. Così si corre il rischio di sminuire l’autorità del vescovo».

Relativamente all’aborto, argomento fortemente politicizzato negli Stati Uniti, il Papa ha sostenuto che «Il problema è quando questa realtà di uccidere un essere umano si trasforma in un problema politico. O quando un pastore della Chiesa entra in una categorizzazione politica. Ogni volta che un problema perde pastoralità, quel problema si trasforma in un problema politico. E diviene più politico che pastorale. […] Non possiamo trattarlo come se fosse una questione civile». Poi, per migliorare la trasparenza della Chiesa in merito agli abusi sessuali per lui serve «continuare ad andare avanti con serietà e senza vergogna». Riguardo a un problema che si sta manifestando negli Usa, l’abbandono della Chiesa da parte di sempre più cattolici neri, Papa Francesco ha affermato che la loro è una sofferenza razziale e che i vescovi locali dovrebbero starvi particolarmente vicini soprattutto da un punto di vista pastorale.

Gli intervistatori hanno anche chiesto di chiarire la sua posizione in merito alla guerra in Ucraina, perché molti statunitensi lo credono riluttante a criticare direttamente la Russia. Il pontefice ha risposto così: «Quando parlo dell’Ucraina, parlo di un popolo martirizzato. Quando c’è un popolo martirizzato, c’è qualcuno che lo martirizza. […] Di certo, a invadere è lo Stato russo. È molto chiaro. A volte cerco di non specificare per non offendere e piuttosto condanno in generale, anche se è ben noto chi sto condannando». Una domanda ha poi riguardato la questione femminile nella Chiesa e il desiderio di alcuni che le donne possano diventare sacerdoti. Il Papa ha spiegato che «Credo che andiamo ad amputare l’essenza della Chiesa se consideriamo solo la via della dimensione ministeriale nella vita della Chiesa. […] Il principio petrino è quello del ministero. Ma c’è un altro principio che è addirittura più importante, del quale non parliamo, ed è il principio mariano, che è il principio del femminino nella Chiesa, della donna nella Chiesa, nel quale la Chiesa si vede rispecchiata perché essa è donna e sposa. […] E c’è poi una terza via: la via amministrativa. La via ministeriale, la via ecclesiale – diciamola così, mariana – e la via amministrativa, che non è una cosa teologica, è una cosa di amministrazione normale. E in questo campo credo che dobbiamo dare maggiore spazio alle donne».

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