Potrei dimettermi se la stanchezza non mi fa vedere chiaramente le cose

L’intervista a Papa Francesco della Radiotelevisione Svizzera di lingua Italiana.

È un insieme di ricordi e commenti sull’attualità l’intervista rilasciata da Papa Francesco a Paolo Rodari della RSI, filiale italofona del servizio pubblico radiotelevisivo svizzero (SSR), in occasione del decennale dalla sua elezione al soglio pontificio. Registrata a casa Santa Marta e trasmessa ieri in prima serata alla vigilia dell’anniversario, è iniziata rievocando il conclave del 2023. Mentre il suo nome prendeva sempre più voti, il Papa era stato avvicinato dal cardinale Claudio Hummes, che gli disse “Stai tranquillo, così fa lo Spirito Santo” e, dopo la votazione conclusiva, “Non dimenticarti dei poveri”. Da questa ultima esortazione è venuto il nome Francesco, pensato proprio in quel momento. Il pontefice, che non immaginava di essere eletto, dice di non aver sentito il peso della responsabilità a causa della sua incoscienza.

L’intervistatore ha proseguito con domande sui suoi esordi come Papa. Il primo viaggio a Lampedusa è stato scelto perché lui ha «sentito qualcosa sui migranti» (come lo erano stati i suoi familiari) e preso la decisione di andare sull’isola per prendere coscienza del dramma che è il Mediterraneo oggi. La scelta di abitare a Santa Marta invece che nel Palazzo apostolico è stata «per motivi psichiatrici, per la mia salute, per non finire male», vista la preferenza di spazi ridotti e la possibilità di stare con la gente della curia che vive nello stesso stabile. Al pontefice mancano le passeggiate per le vie di Roma, raggiunte con la metro o l’autobus, per stare con la gente. E questo approccio è lo stesso che lui ha mantenuto nei confronti dei potenti della Terra, ai quali si rapporta in modo diretto, con «il tu a tu». Non si dice influenzato dalla loro appartenenza politica, perché vuole ascoltare quello che hanno da raccontare sui loro Paesi, e chiede loro di parlarsi.

L’intervista si è poi spostata sul tema della pace, in un periodo storico in cui è in corso una guerra a pezzetti «perché le grandi potenze sono tutte invischiate». Se invece di continuare a produrre armi e provarne di nuove a vantaggio dell’industria militare, ha continuato Papa Francesco, si risolverebbe la fame nel mondo nel giro di un anno. Dietro c’è la scelta sbagliata di non servire Dio, ma il denaro, come ha detto Gesù (che non a caso ha usato questo termine invece di “diavolo”). Riguardo al conflitto in Ucraina, dove sono in gioco interessi imperiali di varie nazioni, il pontefice ha rinnovato l’offerta a Putin di recarsi a Mosca e affermato che continua a tenere aperti i rapporti con la Chiesa ortodossa russa.

Alla domanda su quale fosse la parola per descrivere questi dieci anni, il Papa ha risposto: «grazia. La grazia di Dio che fa tutto. Io non pensavo di fare questo. Sento ogni giorno che il Signore mi aiuta se io sono aperto. Se io mi chiudo lui non mi aiuta». Altre parole per lui importanti sono vicinanza, misericordia e tenerezza. Il colloquio ha poi affrontato vari temi, come la posizione della Chiesa nei confronti degli omosessuali («non dobbiamo criminalizzare», ma stare loro accanto), il dramma dei cambiamenti climatici («non sappiamo custodire il creato»), gli abusi sessuali commessi da sacerdoti su minori («Il tre percento degli abusi è commesso da preti cattolici. Ah, è poco. No, è troppo»), il continuo rapporto con Benedetto XVI («è un uomo di Dio, gli voglio tanto bene. […] Io gli chiedevo pareri. Lui dava il suo parere, ma sempre equilibrato, positivo, un saggio»). A proposito delle storiche dimissioni di quest’ultimo, Francesco ha affermato che ciò che potrebbe portarlo a un’analoga decisione è «una stanchezza che non ti fa vedere chiaramente le cose». Infine, in merito alla consueta richiesta di pregare per lui che il Papa rivolge a tutti, credenti e non, egli ha detto: «pregate per me e, se non pregate, tiratemi buone ondate. Un ateo amico mi scrive: “… e ti mando buone ondate”. È un modo di pregare pagano, ma è un volersi bene. […] Volere bene a un altro è una preghiera”».

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