La nuova lettera apostolica di Papa Francesco è su san Girolamo

Nel sedicesimo centenario della morte, “Scripturae Sacrae affectus” affronta la vita e l’insegnamento del santo traduttore della Bibbia.

Ieri, nel sedicesimo centenario della morte di san Girolamo, Papa Francesco ha fatto uscire una lettera apostolica dal titolo Scripturae Sacrae affectus. Il pontefice l’aveva anticipata al termine dell’udienza generale di questo mercoledì, ricordando l’esempio del dottore e padre della Chiesa che ha messo la Bibbia al centro della sua vita. Lo scopo del documento è quello di suscitare un rinnovato amore per la Sacra Scrittura e il desiderio di vivere in dialogo personale con la Parola di Dio. Infatti, il pontefice scrive in apertura:

«Un affetto per la Sacra Scrittura, un amore vivo e soave per la Parola di Dio scritta è l’eredità che San Girolamo ha lasciato alla Chiesa attraverso la sua vita e le sue opere. […] Questo amore si dirama, come un fiume in tanti rivoli, nella sua opera di infaticabile studioso, traduttore, esegeta, profondo conoscitore e appassionato divulgatore della Sacra Scrittura; di raffinato interprete dei testi biblici; di ardente e talvolta impetuoso difensore della verità cristiana; di ascetico e intransigente eremita oltre che di esperta guida spirituale, nella sua generosità e tenerezza. Oggi, milleseicento anni dopo, la sua figura rimane di grande attualità per noi cristiani del XXI secolo.»

Dopo aver ricordato la data della morte di Girolamo avvenuta a Betlemme nella comunità da lui fondata presso la grotta della Natività, il 30 settembre 420, Papa Francesco ripercorre gli episodi della sua vita, iniziata intorno al 345 a Stridone, al confine tra la Dalmazia e la Pannonia (nel territorio dell’attuale Croazia o Slovenia), in una famiglia cristiana. Particolare è l’aneddoto apocrifo legato all’ascetica permanenza nel deserto della Calcide: Girolamo chiede al Signore: “Cosa vuoi da me?”. Ed Egli risponde: “Ancora non mi hai dato tutto”. “Ma Signore, io ti ho dato questo, questo e questo…” – “Manca una cosa” – “Che cosa?” – “Dammi i tuoi peccati perché io possa avere la gioia di perdonarli ancora”. Dopo questo ritratto, il Papa ne fornisce la chiave sapienziale:

«Per una piena comprensione della personalità di San Girolamo è necessario coniugare due dimensioni caratteristiche della sua esistenza di credente: da un lato, l’assoluta e rigorosa consacrazione a Dio, con la rinuncia a qualsiasi umana soddisfazione, per amore di Cristo crocifisso […]; dall’altro, l’impegno di studio assiduo, volto esclusivamente a una sempre più piena comprensione del mistero del Signore. È proprio questa duplice testimonianza […] che viene proposta come modello: per i monaci, innanzitutto, perché chi vive di ascesi e di preghiera venga sollecitato a dedicarsi all’assiduo travaglio della ricerca e del pensiero; per gli studiosi, poi, che devono ricordare che il sapere è valido religiosamente solo se fondato sull’amore esclusivo per Dio, sulla spoliazione di ogni umana ambizione e di ogni mondana aspirazione.»

Senza dubbio, il tratto peculiare della figura spirituale di san Girolamo è il suo amore appassionato per la Parola di Dio trasmessa nella Sacra Scrittura, intriso di obbedienza nei confronti di Dio e di coloro che nella Chiesa rappresentano la vivente tradizione interpretativa del messaggio rivelato. Il frutto più importante di ciò è la traduzione completa della Bibbia in latino, che ha permesso la sua inculturazione nella lingua e nella cultura latina. Questa sua operazione è diventata un paradigma permanente per l’azione missionaria della Chiesa. Nella conclusione della lettera apostolica, Papa Francesco usa queste parole:

«Girolamo non risparmiò sforzi al fine di arricchire la propria biblioteca, nella quale sempre vide un laboratorio indispensabile all’intelligenza della fede e alla vita spirituale; e in questo egli costituisce un mirabile esempio anche per il presente. Ma egli andò oltre. Per lui, lo studio non rimase confinato agli anni giovanili della formazione, fu un impegno costante, una priorità di ogni giorno della sua vita. […] Come non ascoltare, nel nostro oggi, ciò a cui Girolamo spronava incessantemente i suoi contemporanei: “Leggi spesso le Divine Scritture; anzi le tue mani non depongano mai il libro sacro”?»

Leggi qui il testo completo della lettera apostolica Scripturae Sacrae affectus