La generazione dei giovani è forse l’ultima che ci può salvare

Videomessaggio di Papa Francesco in occasione dell’evento “The economy of Francesco”.

«Spesso ci dimentichiamo dell’importanza della cooperazione umana e della solidarietà globale; spesso ci dimentichiamo anche dell’esistenza di una relazione di reciprocità responsabile tra noi e la natura. La Terra ci precede e ci è stata data, e questo è un elemento-chiave nella nostra relazione con i beni della Terra e quindi premessa fondamentale per i nostri sistemi economici. Noi siamo amministratori dei beni, non padroni. Nonostante questo, l’economia malata che uccide nasce dalla supposizione che siamo proprietari del creato, capaci di sfruttarlo per i nostri interessi e la nostra crescita. […] Questo è un tempo favorevole per sentire nuovamente che abbiamo bisogno gli uni degli altri, che abbiamo una responsabilità verso gli altri e verso il mondo.»

Nel videomessaggio di sabato in occasione del secondo evento mondiale “The economy of Francesco”, tenutosi ad Assisi, il Papa, dopo aver ricordato l’attuale difficile situazione socio-economica mondiale, ha ricordato così la necessità di dare una nuova anima all’economia. L’unico modo per renderla più giusta, sostenibile e solidale dipende soprattutto da come utilizzeremo i beni comuni. Alla base di tutto occorre un nuovo paradigma integrale, che non sprechi le risorse della natura e sia responsabile per lo sviluppo dei popoli. Per questo, serve anche formare nuovi economisti e imprenditori, che potranno così offrire nuovi sguardi e nuovi modelli in un mondo interconnesso e assetato di fraternità. La madre Terra sta avvertendo tutti noi che ci stiamo avvicinando a soglie pericolose e per questo quella dei giovani di oggi è forse l’ultima generazione che, con i loro doni, i loro sogni e la loro creatività, può salvare il futuro dell’umanità.

«Questa missione dell’economia, però, comprende la rigenerazione di tutti i nostri sistemi sociali: istillando i valori della fraternità, della solidarietà, della cura della nostra Terra e dei beni comuni in tutte le nostre strutture potremo affrontare le sfide più grandi del nostro tempo, dalla fame e malnutrizione alla distribuzione equa dei vaccini anti-Covid-19. Dobbiamo lavorare insieme e sognare in grande. Con lo sguardo fisso su Gesù, troveremo l’ispirazione per ideare un nuovo mondo e il coraggio di camminare insieme verso un futuro migliore.»

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