Non possiamo fare a meno di annunciare ciò che abbiamo sperimentato di Dio

Messaggio di Papa Francesco per la Giornata Missionaria Mondiale.

Il messaggio di Papa Francesco per la Giornata Missionaria Mondiale di quest’anno prende le mosse dal versetto «Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato» (At 4,20), perché quando sperimentiamo la forza dell’amore di Dio non possiamo fare a meno di annunciare e condividere ciò che abbiamo visto e ascoltato. L’evangelizzazione inizia quindi con la ricerca appassionata del Signore che chiama e vuole stabilire con ogni persona un dialogo di amicizia.

«L’amicizia con il Signore, vederlo curare i malati, mangiare con i peccatori, nutrire gli affamati, avvicinarsi agli esclusi, toccare gli impuri, identificarsi con i bisognosi, invitare alle beatitudini, insegnare in maniera nuova e piena di autorità, lascia un’impronta indelebile, capace di suscitare stupore e una gioia espansiva e gratuita che non si può contenere. Come diceva il profeta Geremia, questa esperienza è il fuoco ardente della sua presenza attiva nel nostro cuore che ci spinge alla missione, benché a volte comporti sacrifici e incomprensioni.»

All’inizio del cristianesimo, i fedeli vivevano in un ambiente ostile e arduo. Ma questo, anziché essere un ostacolo che avrebbe potuti portarli a chiudersi in sé stessi, li spinse a trasformare ogni difficoltà in opportunità per la missione. Così, come raccontano gli Atti degli Apostoli, il profumo del Vangelo si diffuse al suo passaggio, suscitando la gioia che solo lo Spirito può donare. Tutto ciò vale anche per noi, oggi, in un momento storico difficile, dove una parola di speranza può rompere ogni determinismo e donare l’audacia necessaria per rialzarsi in piedi.

«Come gli apostoli e i primi cristiani, anche noi diciamo con tutte le nostre forze: “Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato”. Tutto ciò che abbiamo ricevuto, tutto ciò che il Signore ci ha via via elargito, ce lo ha donato perché lo mettiamo in gioco e lo doniamo gratuitamente agli altri. Come gli apostoli che hanno visto, ascoltato e toccato la salvezza di Gesù, così noi oggi possiamo toccare la carne sofferente e gloriosa di Cristo nella storia di ogni giorno e trovare il coraggio di condividere con tutti un destino di speranza, quella nota indubitabile che nasce dal saperci accompagnati dal Signore.»

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