Diventiamo agili come bambini nel cogliere le novità suscitate dallo Spirito

Messaggio di Papa Francesco per la prima Giornata mondiale dei bambini.

Diventiamo «agili come bambini nel cogliere le novità suscitate dallo Spirito in noi e intorno a noi. Con Gesù possiamo sognare un’umanità nuova e impegnarci per una società più fraterna e attenta alla nostra casa comune, cominciando dalle cose semplici, come salutare gli altri, chiedere permesso, chiedere scusa, dire grazie. Il mondo si trasforma prima di tutto attraverso le cose piccole, senza vergognarsi di fare solo piccoli passi. Anzi, la nostra piccolezza ci ricorda che siamo fragili e che abbiamo bisogno gli uni degli altri, come membra di un unico corpo».

Sono queste alcune delle parole del messaggio rivolto da Papa Francesco ai bambini, ma anche agli adulti, in linea con il tema che ha scelto per la prima Giornata mondiale dei bambini, che si svolgerà il 25 e il 26 maggio 2024: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose» (Ap 21,5). Continuando il discorso, il pontefice ha ribadito che da soli non si può essere felici, perché la gioia cresce nella misura in cui la si condivide e nasce con la gratitudine per i doni che abbiamo ricevuto e di cui partecipano gli altri. Se i doni non li usiamo per stare bene insieme, saremo sempre insoddisfatti e non ci basteranno mai.

Il Papa ha fatto alcune raccomandazioni ai bambini. Innanzitutto, ricordarsi di ascoltare sempre con attenzione i racconti dei grandi, dai genitori ai nonni, perché «ciascuno è come un anello di una lunghissima catena, che va dal passato al futuro e che copre tutta la terra». Poi, non bisogna dimenticarsi di coloro a cui viene rubata l’infanzia, che già in tenera età si trovano a dover lottare contro malattie e schiavitù, guerre e violenze, abusi e solitudine, fame e sete. Questi «nella loro sofferenza ci parlano della realtà, con gli occhi purificati dalle lacrime e con quel desiderio tenace di bene che nasce nel cuore di chi ha veramente visto quanto è brutto il male».

Per essere davvero felici, infine, bisogna pregare «tanto, tutti i giorni, perché la preghiera ci collega direttamente a Dio, ci riempie il cuore di luce e di calore e ci aiuta a fare tutto con fiducia e serenità». Anche Gesù pregava sempre il Padre, chiamandolo semplicemente abbà, che significa papà. Per sentirlo sempre vicino, basta recitare mattina e sera il Padre nostro. Non come una formula, ma pensando alle parole che Gesù ci ha insegnato per renderci costruttori di un mondo nuovo, più umano, giusto e pacifico.

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