Messaggio di Papa Francesco per la LXI Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni.
Messaggio di Papa Francesco per la LXI Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni.
«Lasciatevi affascinare da Gesù, rivolgetegli le vostre domande importanti, attraverso le pagine del Vangelo, lasciatevi inquietare dalla sua presenza che sempre ci mette beneficamente in crisi». Nel messaggio per la sessantunesima Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, intitolato “Chiamati a seminare la speranza e a costruire la pace”, Papa Francesco si rivolge così ai giovani, specialmente a quelli che si sentono lontani o sono diffidenti con la Chiesa. Lasciando spazio a Cristo, si può trovare la propria felicità nel seguirlo e, se ce lo chiederà, donarsi completamente a Lui. Questo è il dono prezioso della chiamata che, lungi dall’essere un dovere imposto dall’esterno, il Signore rivolge a ognuno di noi perché possiamo prendere parte al suo progetto d’amore incarnando la bellezza del Vangelo.
Questa Giornata, continua il pontefice, porta impresso il timbro della sinodalità: «La polifonia dei carismi e delle vocazioni […] ci aiuta a comprendere pienamente la nostra identità di cristiani: come popolo di Dio in cammino per le strade del mondo, animati dallo Spirito Santo e inseriti come pietre vive nel Corpo di Cristo, ciascuno di noi si scopre membro di una grande famiglia, figlio del Padre e fratello e sorella dei suoi simili. Non siamo isole chiuse in sé stesse, ma siamo parti del tutto». Essa è rivolta in particolare alla preghiera per invocare dal Padre il dono di sante vocazioni per l’edificazione del suo Regno e quest’anno, dedicato alla preghiera in preparazione al Giubileo, siamo chiamati a riscoprire il dono di poter dialogare con il Signore, diventando così pellegrini di speranza.
Cosa vuol dire essere pellegrini, si chiede il Papa. Significa «ripartire ogni giorno, ricominciare sempre, ritrovare l’entusiasmo e la forza di percorrere le varie tappe del percorso che, nonostante le fatiche e le difficoltà, sempre aprono davanti a noi orizzonti nuovi e panorami sconosciuti», con una meta chiara nel cuore e nella mente e l’essenziale per raggiungerla giorno dopo giorno. Il senso del pellegrinaggio cristiano è proprio essere in cammino alla scoperta dell’amore del Signore e, nello stesso tempo, alla scoperta di noi stessi, attraverso un viaggio che è interiore ma sempre stimolato dalle relazioni. I pellegrini sono dunque chiamati ad amare Dio e ad amarsi gli uni gli altri. «Questo è, alla fine, lo scopo di ogni vocazione: diventare uomini e donne di speranza».
In questo tempo segnato da sfide epocali, è decisivo che i cristiani coltivino uno sguardo pieno di speranza che non delude. Per farlo, Francesco esorta: «Svegliamoci dal sonno, usciamo dall’indifferenza, apriamo le sbarre della prigione in cui a volte ci siamo rinchiusi, perché ciascuno di noi possa scoprire la propria vocazione nella Chiesa e nel mondo e diventare pellegrino di speranza e artefice di pace! Appassioniamoci alla vita e impegniamoci nella cura amorevole di coloro che ci stanno accanto e dell’ambiente che abitiamo. Ve lo ripeto: abbiate il coraggio di mettervi in gioco!».
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