Messaggio di Papa Francesco per la celebrazione della Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato.
Messaggio di Papa Francesco per la celebrazione della Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato.
“«Dio vide che era cosa buona» (Gen 1,25). Lo sguardo di Dio, all’inizio della Bibbia, si posa dolcemente sulla creazione. Dalla terra da abitare alle acque che alimentano la vita, dagli alberi che portano frutto agli animali che popolano la casa comune, tutto è caro agli occhi di Dio, che offre all’uomo il creato come dono prezioso da custodire. Tragicamente, la risposta umana al dono è stata segnata dal peccato, dalla chiusura nella propria autonomia, dalla cupidigia di possedere e di sfruttare. Egoismi e interessi hanno fatto del creato, luogo di incontro e di condivisione, un teatro di rivalità e di scontri.”
Nel messaggio di ieri per la celebrazione della Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato, che apre il Tempo del Creato (che si concluderà il 4 ottobre, Festa di san Francesco d’Assisi), Papa Francesco mette in luce il contrasto tra il dono di Dio e il comportamento dell’uomo: sfruttamento e degrado non sono certo il modo per renderne grazie. Per di più, l’emergenza climatica minaccia gravemente, oltre la natura, la nostra vita.
“È tempo di pentirsi e convertirsi, di tornare alle radici: siamo le creature predilette di Dio, che nella sua bontà ci chiama ad amare la vita e a viverla in comunione, connessi con il creato. […] È questo il tempo per riabituarci a pregare immersi nella natura, dove nasce spontanea la gratitudine a Dio creatore. […] È questo il tempo per riflettere sui nostri stili di vita e su come le nostre scelte quotidiane in fatto di cibo, consumi, spostamenti, utilizzo dell’acqua, dell’energia e di tanti beni materiali siano spesso sconsiderate e dannose. […] È questo il tempo per intraprendere azioni profetiche.”
Il Papa cita le parole profetiche che Mosè proclamò al popolo come una sorta di testamento spirituale prima dell’ingresso nella Terra promessa: «Scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza» (Dt 30,19). Al giorno d’oggi, scegliere la vita significa anche dire no all’ingordigia dei consumi e alle pretese di onnipotenza; significa seguire percorsi lungimiranti fatti di rinunce responsabili oggi per garantire prospettive di vita domani.
“Ogni fedele cristiano, ogni membro della famiglia umana può contribuire a tessere, come un filo sottile, ma unico e indispensabile, la rete della vita che tutti abbraccia. Sentiamoci coinvolti e responsabili nel prendere a cuore, con la preghiera e con l’impegno, la cura del creato. Dio, «amante della vita» (Sap 11,26), ci dia il coraggio di operare il bene senza aspettare che siano altri a iniziare, senza aspettare che sia troppo tardi.”
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