Messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato.
Messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato.
Sarà dedicato al tema “Che scorrano la giustizia e la pace” il tempo ecumenico del Creato di quest’anno. Nel messaggio per la Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato, che sarà celebrata il primo settembre 2023, Papa Francesco ha spiegato che l’ispirazione è venuta dalle parole del profeta Amos: «Come le acque scorra il diritto e la giustizia come un torrente perenne» (5,24). Quest’immagine ci dice quello che Dio desidera, ovvero che regni sempre la giustizia e che ciascuno cerchi di essere giusto in ogni situazione. Oggi, però, i battiti dei nostri cuori non sono in armonia con i battiti del cuore della Terra e di quello del Signore, non risuonano insieme nella pace. A troppi viene impedito di abbeverarsi al fiume dei diritti, troppe sono le vittime dell’ingiustizia ambientale e climatica. Sorella acqua, come la chiamava san Francesco, viene inquinata e trasformata in merce.
Di fronte al consumismo rapace alimentato dall’egoismo che sta stravolgendo il pianeta, occorre un’azione urgente per evitare che si verifichino conseguenze peggiori per il clima. Il Papa suggerisce tre vie per trasformare gli stili di vita nelle nostre società e contribuire al fiume potente della giustizia e della pace. Innanzitutto, serve cambiare i nostri cuori per una conversione ecologica, rinnovando il nostro rapporto con il creato affinché non venga più considerato come un oggetto da sfruttare, ma come un dono di Dio da custodire. Questo approccio richiede di praticare contemporaneamente il rispetto verso Dio, verso i nostri simili di oggi e di domani, verso tutta la natura e verso noi stessi. Ciò è fondamentale per un cristiano: come disse Benedetto XVI, «Il Redentore è il Creatore e se noi non annunciamo Dio in questa sua totale grandezza – di Creatore e di Redentore – togliamo valore anche alla Redenzione».
Seguendo la seconda via da percorrere per contribuire al flusso del fiume della giustizia, occorre trasformare i propri stili di vita iniziando col pentirci dei nostri peccati ecologici, che danneggiano non solo il mondo naturale, anche i fratelli e le sorelle. Sprecare di meno e riciclare i rifiuti, abbandonare i consumi inutili e scegliere una gioiosa sobrietà, evitare ciò che è stato prodotto in maniera insostenibile e optare per prodotti e servizi ecologicamente e socialmente responsabili: le abitudini e le scelte economiche permetteranno a tutti di stare meglio. Infine, la terza via è quella del cambiamento delle politiche pubbliche che governano le nostre società e modellano la vita di oggi e di domani. Questo processo deve partire dalle nazioni più ricche, che hanno accumulato un debito ecologico, e basarsi su quello che dice la scienza, iniziando dalla porre fine all’era dei combustibili fossili. Il pontefice esorta quindi ad alzare «la voce per fermare questa ingiustizia verso i poveri e verso i nostri figli, che subiranno gli impatti peggiori del cambiamento climatico».
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