L’audacia della pace è la profezia richiesta a tutti

Messaggio di Papa Francesco all’Incontro internazionale di preghiera per la pace della Comunità di Sant’Egidio.

Davanti a uno scenario globale fatto di guerre e ingiustizie «occorre l’audacia della pace». Lo ha affermato Papa Francesco nel suo messaggio ai partecipanti all’Incontro internazionale di preghiera per la pace promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, che si è tenuto a Berlino dal 10 al 12 settembre 2023. La tre giorni di dialogo e comunione ha riunito assieme rappresentanti delle religioni mondiali e del mondo della politica e della cultura, con l’obiettivo di manifestare l’intenzione delle fedi di abbattere il grande muro che oggi divide il mondo, quello della guerra.

Nel messaggio, letto davanti alla Porta di Brandeburgo durante la cerimonia finale, il pontefice ha ricordato come questo luogo evochi il fatto storico della caduta del muro che separava la due Germanie. «Quel muro divideva anche due mondi, l’Ovest e l’Est dell’Europa. La sua caduta, avvenuta con il concorso di vari fattori, il coraggio di tanti e la preghiera di molti, ha aperto nuove prospettive: libertà per i popoli, riunificazione di famiglie, ma anche speranza di una nuova pace mondiale, successiva alla guerra fredda. Purtroppo, negli anni, non si è costruito su questa speranza comune, ma sugli interessi particolari e sulla diffidenza nei riguardi altrui. Così, anziché abbattere muri, se ne sono innalzati altri».

Ma non ci si può rassegnare di fronte a questa situazione. Non bastano il realismo, le considerazioni politiche, gli aspetti strategici messi in atto finora: i conflitti armati continuano. Il Papa prosegue: «Occorre l’audacia della pace: ora, perché troppi conflitti perdurano da troppo tempo, tanto che alcuni sembrano non avere mai termine, così che, in un mondo in cui tutto va avanti veloce, solo la fine delle guerre sembra lenta. Ci vuole il coraggio di saper svoltare, nonostante gli ostacoli e le obiettive difficoltà. L’audacia della pace è la profezia richiesta a quanti hanno in mano le sorti dei Paesi in guerra, alla comunità internazionale, a tutti noi, specie agli uomini e alle donne credenti, perché diano voce al pianto delle madri e dei padri, allo strazio dei caduti, all’inutilità delle distruzioni».

Questa audacia interpella in modo particolare i credenti, per i quali si deve innanzitutto tramutare nell’insistenza di una preghiera speranzosa che invoca dal Cielo quel che sembra impossibile in terra. «Non abbiamo paura di diventare mendicanti di pace, unendoci alle sorelle e ai fratelli delle altre religioni, e a tutti coloro che non si rassegnano all’ineluttabilità dei conflitti». Grazie alla preghiera si può valicare il muro dell’impossibile, bussando «con spirito umile e insistente alla porta sempre aperta del cuore di Dio e alle porte degli uomini» per aprire vie di pace.

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