«Voglio chiedere, in nome di Dio»: le richieste del Papa ai potenti del mondo

Videomessaggio di Papa Francesco per il quarto Incontro mondiale dei movimenti popolari.

I fratelli e le sorelle dei movimenti popolari sono poeti sociali. Lo ha affermato Papa Francesco nel videomessaggio di sabato per la seconda sessione del quarto Incontro mondiale dei movimenti popolari, in quanto queste persone hanno la capacità e il coraggio di creare speranza dove sembra esserci solo scarto ed esclusione. Il loro annuncio riesce a forgiare la dignità di ciascuno, mostrando il volto della vera umanità che non volta le spalle alla sofferenza di chi sta accanto. Secondo le parole del pontefice, in un mondo che ha creato un sistema ecocida e genocida che segue solo la logica del guadagno, occorre lottare per la vita, per allontanarci dagli attuali schemi suicidi e cambiare le persone e i modelli socio-economici affinché assumano un volto umano. Oltre a domandare alle aziende farmaceutiche di liberalizzare i brevetti per il vaccino contro il Covid-19, il Papa urla al mondo queste richieste:

«Voglio chiedere, in nome di Dio, ai gruppi finanziari e agli organismi internazionali di credito di permettere ai Paesi poveri di garantire i bisogni primari della loro gente e di condonare quei debiti tante volte contratti contro gli interessi di quegli stessi popoli.

Voglio chiedere, in nome di Dio, alle grandi compagnie estrattive – minerarie, petrolifere –, forestali, immobiliari, agroalimentari, di smettere di distruggere i boschi, le aree umide e le montagne, di smettere d’inquinare i fiumi e i mari, di smettere d’intossicare i popoli e gli alimenti.

Voglio chiedere, in nome di Dio, alle grandi compagnie alimentari di smettere d’imporre strutture monopolistiche di produzione e distribuzione che gonfiano i prezzi e finiscono col tenersi il pane dell’affamato.

Voglio chiedere, in nome di Dio, ai fabbricanti e ai trafficanti di armi di cessare totalmente la loro attività, che fomenta la violenza e la guerra, spesso nel quadro di giochi geopolitici il cui costo sono milioni di vite e di spostamenti.

Voglio chiedere, in nome di Dio, ai giganti della tecnologia di smettere di sfruttare la fragilità umana, le vulnerabilità delle persone, per ottenere guadagni, senza considerare come aumentano i discorsi di odio, il grooming [adescamento di minori in internet], le fake news [notizie false], le teorie cospirative, la manipolazione politica.

Voglio chiedere, in nome di Dio, ai giganti delle telecomunicazioni di liberalizzare l’accesso ai contenuti educativi e l’interscambio con i maestri attraverso internet, affinché i bambini poveri possano ricevere un’educazione in contesti di quarantena.

Voglio chiedere, in nome di Dio, ai mezzi di comunicazione di porre fine alla logica della post-verità, alla disinformazione, alla diffamazione, alla calunnia e a quell’attrazione malata per lo scandalo e il torbido; che cerchino di contribuire alla fraternità umana e all’empatia con le persone più ferite.

Voglio chiedere, in nome di Dio, ai Paesi potenti di cessare le aggressioni, i blocchi e le sanzioni unilaterali contro qualsiasi Paese in qualsiasi parte della terra.»

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