La soluzione alla stanchezza non è restare fermi, ma mettersi in cammino

Messaggio di Papa Francesco per la XXXIX Giornata Mondiale della Gioventù.

Nella preparazione al pellegrinaggio giubilare del 2025, il messaggio di Papa Francesco per la trentanovesima Giornata Mondiale della Gioventù, che si celebrerà il 24 novembre 2024, è ispirato a queste parole del profeta Isaia: «Quanti sperano nel Signore […] camminano senza stancarsi» (Is 40,31). Pronunciate per annunciare la fine dell’esilio di Israele in Babilonia e l’inizio di una rinascita del popolo di Dio, esse danno speranza anche oggi, nonostante il mondo sia drammaticamente segnato da guerre, ingiustizie sociali, disuguaglianze, fame, sfruttamento dell’essere umano e del creato. I giovani, avvertendo l’incertezza del futuro, pagano spesso il prezzo più alto di questa situazione, rischiando di rimanere prigionieri della noia e della malinconia e di essere trascinati nell’illusione della trasgressione.

Ma Dio invita sempre a percorrere la strada della propria vita con gioia e speranza, senza stancarsi. È normale, dice il pontefice, che, pur iniziando il nostro percorso con entusiasmo, prima o poi cominciamo ad avvertire la stanchezza, tra le pressioni sociali e l’impressione di non riuscire a fare mai abbastanza. «La soluzione alla stanchezza, paradossalmente, non è restare fermi per riposare. È piuttosto mettersi in cammino e diventare pellegrini di speranza. […] Se c’è un traguardo bello, se la vita non va verso il nulla, se niente di quanto sogno, progetto e realizzo andrà perduto, allora vale la pena di camminare e di sudare, di sopportare gli ostacoli e affrontare la stanchezza, perché la ricompensa finale è meravigliosa!».

Inevitabilmente ci sono sfide da affrontare, anche per chi ha ricevuto il dono della fede. In alcuni momenti si sente Dio presente e vicino, in altri si sperimenta il deserto, però Lui non ci abbandona mai. «Questi tempi di crisi […] non sono tempi persi o inutili, ma possono rivelarsi occasioni importanti di crescita. Sono i momenti di purificazione della speranza! Nelle crisi, infatti, vengono meno tante false speranze, quelle troppo piccole per il nostro cuore; esse vengono smascherate e, così, restiamo nudi con noi stessi e con le domande fondamentali della vita, oltre ogni illusione. E in quel momento, ciascuno di noi può chiedersi: su quali speranze appoggio la mia vita?». Nei periodi di fatica è bene imparare a riposare, sia nel corpo che nell’anima, come Gesù e in Gesù, come lui stesso ha raccomandato ai discepoli tornati dalla missione (Mc 6,31).

Il Papa invita dunque i giovani a mettersi «in cammino, alla scoperta della vita, sulle tracce dell’amore, alla ricerca del volto di Dio. Ma ciò che vi raccomando è questo: mettetevi in viaggio non da meri turisti, ma da pellegrini. Il vostro camminare, cioè, non sia semplicemente un passare per i luoghi della vita in modo superficiale, senza cogliere la bellezza di ciò che incontrate, senza scoprire il senso delle strade percorse, catturando brevi momenti, esperienze fugaci da fissare in un selfie. Il turista fa così. Il pellegrino invece si immerge con tutto sé stesso nei luoghi che incontra, li fa parlare, li fa diventare parte della sua ricerca di felicità».

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