Messaggio 2020 di Papa Francesco in vista della XXXV Giornata Mondiale della Gioventù.
Messaggio 2020 di Papa Francesco in vista della XXXV Giornata Mondiale della Gioventù.
Nel messaggio per la XXXV Giornata Mondiale della Gioventù, Papa Francesco propone, nel cammino verso Lisbona 2022, il cui tema sarà «Maria si alzò e andò in fretta» (Lc 1,39), di riflettere quest’anno sul passo biblico «Giovane, dico a te, alzati!» (cfr Lc 7,14), l’anno prossimo su «Alzati! Ti costituisco testimone di quel che hai visto» (cfr At 26,16). In comune c’è il verbo “alzarsi”, un’esortazione a risorgere e risvegliarsi alla vita. Il brano sulla resurrezione dell’unico figlio della vedova di Nain descrive una sequenza di atteggiamenti e gesti di Gesù.
«Gesù pone su questa processione funebre uno sguardo attento e non distratto. In mezzo alla folla scorge il volto di una donna in estrema sofferenza. Il suo sguardo genera l’incontro, fonte di vita nuova. Non c’è bisogno di tante parole. E il mio sguardo, com’è? Guardo con occhi attenti, oppure come quando sfoglio velocemente le migliaia di foto nel mio cellulare o i profili social? […] Intorno a noi, ma a volte anche dentro di noi, incontriamo realtà di morte: fisica, spirituale, emotiva, sociale. Ce ne accorgiamo o semplicemente ne subiamo le conseguenze? C’è qualcosa che possiamo fare per riportare vita?»
Apatia, solitudine, distrazione, superficialità, narcisismo, materialismo portano a morire dentro. Ma Gesù, morto per davvero, è tornato in vita perché è stato guardato da Qualcuno che voleva che vivesse. Questo può avvenire ancora oggi e ogni giorno. E chi si lascia toccare dal dolore altrui, prendendo su di sé la miseria dell’altro come Gesù fa con la madre, sarà davvero felice.
«Gesù ferma il corteo funebre. Si avvicina, si fa prossimo. La vicinanza si spinge oltre e si fa gesto coraggioso affinché l’altro viva. Gesto profetico. È il tocco di Gesù, il Vivente, che comunica la vita. Un tocco che infonde lo Spirito Santo nel corpo morto del ragazzo e riaccende le sue funzioni vitali. Quel tocco penetra nella realtà di sconforto e disperazione. È il tocco del Divino, che passa anche attraverso l’autentico amore umano e apre spazi impensabili di libertà, dignità, speranza, vita nuova e piena. […] Anche voi giovani potete avvicinarvi alle realtà di dolore e di morte che incontrate, potete toccarle e generare vita come Gesù.»
Chi cade, però, deve accettare di alzarsi, accogliendo l’intervento di Cristo e facendo un atto di fede in Dio. Tutti possono cadere, solo chi cammina non lo fa. Un cristiano deve sempre rischiarlo andando avanti e, se finisce a terra, deve rialzarsi. Quando Gesù ci ridona la vita, ci restituisce agli altri.
«Oggi spesso c’è “connessione” ma non comunicazione. L’uso dei dispositivi elettronici, se non è equilibrato, può farci restare sempre incollati a uno schermo. […] In una cultura che vuole i giovani isolati e ripiegati su mondi virtuali, facciamo circolare questa parola di Gesù: “Alzati!”. È un invito ad aprirsi a una realtà che va ben oltre il virtuale. Ciò non significa disprezzare la tecnologia, ma utilizzarla come un mezzo e non come un fine. “Alzati” significa anche “sogna”, “rischia”, “impegnati per cambiare il mondo”, riaccendi i tuoi desideri, contempla il cielo, le stelle, il mondo intorno a te. […] Grazie a questo messaggio, tanti volti spenti di giovani intorno a noi si animeranno e diventeranno molto più belli di qualsiasi realtà virtuale. Perché se tu doni la vita, qualcuno la accoglie.»
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