Nessun abuso sui minori deve essere mai più coperto e sottovalutato

Le parole di Papa Francesco al termine dell’incontro “La protezione dei minori nella Chiesa”.

Si è concluso ieri l’incontro “La protezione dei minori nella Chiesa”, che ha visto confrontarsi sulla responsabilità pastorale ed ecclesiale relativa al problema degli abusi sessuali su minori Papa Francesco, 114 presidenti delle Conferenze Episcopali e 15 ordinari che non appartengono a nessuna Conferenza Episcopale, 14 capi delle Chiese Cattoliche Orientali, 22 superiori generali uomini e 10 superiori generali donne, 10 prefetti dei Dicasteri Vaticani, 4 membri della Curia Romana, 5 membri del Consiglio dei Cardinali e 5 tra organizzatori, moderatore e presentatori.

Al termine della concelebrazione eucaristica, nel suo discorso Papa Francesco ha ricordato come questa piaga, che è sempre stata un tabù, si annidi soprattutto negli ambienti familiari, educativi, sportivi, e, purtroppo, anche in quelli ecclesiali.

“La disumanità del fenomeno a livello mondiale diventa ancora più grave e più scandalosa nella Chiesa, perché in contrasto con la sua autorità morale e la sua credibilità etica. Il consacrato, scelto da Dio per guidare le anime alla salvezza, si lascia soggiogare dalla propria fragilità umana, o dalla propria malattia, diventando così uno strumento di satana. Negli abusi noi vediamo la mano del male che non risparmia neanche l’innocenza dei bambini. Non ci sono spiegazioni sufficienti per questi abusi nei confronti dei bambini.”

Questo abuso di potere, continua Papa Francesco, è una manifestazione del male, sfacciata, aggressiva e distruttiva. Per affrontarlo, occorrono le misure pratiche che il buon senso, le scienze e la società ci offrono, ascoltando, tutelando, proteggendo e curando i minori abusati, sfruttati e dimenticati. Per la Chiesa, punto di partenza del suo itinerario legislativo dovranno essere le Best practices promosse dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, strategie per porre fine alla violenza contro i bambini.

“Vorrei sottolineare l’importanza di dover trasformare questo male in opportunità di purificazione. Guardiamo alla figura di Edith Stein – Santa Teresa Benedetta della Croce, con la certezza che «nella notte più oscura sorgono i più grandi profeti e i santi […]». Il risultato migliore e la risoluzione più efficace che possiamo dare alle vittime, al Popolo della Santa Madre Chiesa e al mondo intero sono l’impegno per una conversione personale e collettiva, l’umiltà di imparare, di ascoltare, di assistere e proteggere i più vulnerabili.”

Leggi qui il testo del discorso

Venerdì, durante uno degli appuntamenti dell’incontro, ha parlato Linda Ghisoni, sottosegretario per la Sezione fedeli laici del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita. Papa Francesco ha voluto sottolineare che nel suo intervento c’è stato il genio femminile che si rispecchia nella Chiesa che è donna.

“Invitare a parlare una donna sulle ferite della Chiesa è invitare la Chiesa a parlare su se stessa, sulle ferite che ha. E questo credo che sia il passo che noi dobbiamo fare con molta forza: la donna è l’immagine della Chiesa che è donna, è sposa, è madre. […] Non si tratta di dare più funzioni alla donna nella Chiesa – sì, questo è buono, ma così non si risolve il problema –, si tratta di integrare la donna come figura della Chiesa nel nostro pensiero. E pensare anche la Chiesa con le categorie di una donna.”