Omelia di Papa Francesco per la celebrazione della riconciliazione “24 ore per il Signore”.
Omelia di Papa Francesco per la celebrazione della riconciliazione “24 ore per il Signore”.
«Possiamo camminare in una vita nuova» (Rm 6,4), scrive l’apostolo Paolo ai primi cristiani romani. La vita nuova di cui parla è quella che nasce dal Battesimo, il quale ci immerge nella morte e risurrezione di Cristo e ci rende amati figli di Dio destinati alla vita eterna. Essa viene legata al cammino: giorno dopo giorno bisogna andare sempre avanti, non fermarsi nella ripetitività quotidiana. Non dimentichiamoci mai che «c’è una vita nuova che scorre dentro di noi e che, come brace sotto la cenere, attende di divampare e fare luce a tutto quanto».
Con queste parole Papa Francesco ha iniziato l’omelia per la celebrazione della riconciliazione “24 ore per il Signore”, che si è tenuta ieri presso la chiesa parrocchiale di San Pio V all’Aurelio a Roma. Il pontefice ha continuato dicendo che quella cenere «si è depositata sul cuore e nasconde alla vista la bellezza della nostra anima», impedendoci di affidarci al Padre e trasformando fratelli e sorelle in avversari. Come afferma san Paolo, «Io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio» (7,19). C’è dunque una forza che ci spinge a compiere il male che vorremmo evitare. Per questo, abbiamo continuamente bisogno di ritrovare la nostra bellezza originaria, la nostra vita nuova.
«Qual è la via per riprendere il cammino della vita nuova? Per questa Quaresima e per riprendere il cammino, qual è la via? È la via del perdono di Dio. Mettete questo nella mente e nel cuore: Dio non si stanca mai di perdonare. […] Ma qual è il dramma? Che siamo noi a stancarci di chiedere perdono! Ma Lui non si stanca mai di perdonare. Non dimentichiamo questo. E il perdono divino fa proprio questo: ci rimette a nuovo, come appena battezzati. Ci ripulisce dentro, facendoci tornare alla condizione della rinascita battesimale: fa scorrere di nuovo le fresche acque della grazia nel cuore, inaridito dalla tristezza e impolverato dai peccati. Il Signore toglie la cenere dalla brace dell’anima, deterge quelle macchie interiori che impediscono di confidare in Dio, di abbracciare i fratelli, di amare noi stessi».
Il Papa ha continuato l’omelia dicendo che il Signore ci desidera «rinnovati, liberi, leggeri dentro, felici e in cammino, non parcheggiati sulle strade della vita», e vuole rialzarci quando cadiamo. Questo succede dopo ogni confessione, nella quale beneficiamo del Suo perdono. Ma soltanto quando il cuore è pentito potremo ripartire per la vita nuova, che, cominciata nel battesimo, riparte dal perdono. Il sacramento della riconciliazione non è una pratica di devozione, ma il fondamento dell’esistenza cristiana. Francesco chiede quindi ai confessori di sentirsi dispensatori della gioia del Padre che ritrova il figlio smarrito, perdonando sempre come Dio che non si stanca di fare.
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