Omelia e atto di venerazione di Papa Francesco per l’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.
Omelia e atto di venerazione di Papa Francesco per l’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.
Maria, la Madre di Dio, è stata concepita «immune da ogni macchia di peccato originale» (Ineffabilis Deus) e questo dono l’ha resa l’immagine autentica dell’umanità. La sua grazia, dolcezza, armonia, semplicità la rendono tota pulchra, tutta bella. Questa bellezza, alla luce della Parola di Dio, può essere contemplata in tre aspetti della sua vita, che ce la rendono vicina e familiare: Maria figlia, Maria sposa e Maria madre. Lo ha detto ieri Papa Francesco nell’omelia della messa nella solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, celebrata davanti ai nuovi cardinali e al collegio cardinalizio.
Da figlia, la Madonna si presenta come una giovane ragazza ricca di fede, umile e semplice, «nel cui sguardo si riflette l’amore del Padre e nel cui Cuore puro la gratuità e la riconoscenza sono il colore e il profumo della santità». Da sposa, è colei che Dio ha scelto come compagna per il suo progetto di salvezza, una donna che risponde “sì” al Signore dimostrando la sua fedeltà. Da madre, è sempre presente accanto a suo Figlio in tutte le circostanze della vita, vicina nella cura e nascosta nell’umiltà. Tutto ciò è racchiuso nel suo cuore puro. Continua il pontefice:
«Il rischio, però, sarebbe di pensare che si tratti di una bellezza lontana, una bellezza troppo alta, irraggiungibile. Non è così. Anche noi infatti la riceviamo in dono, nel Battesimo, quando veniamo liberati dal peccato e fatti figli di Dio. E con essa ci è affidata la chiamata a coltivarla, come la Vergine, con amore filiale, sponsale e materno, grati nel ricevere e generosi nel donare, uomini e donne del “grazie” e del “sì”, detti con le parole, ma soprattutto con la vita – è bello trovare uomini e donne che con la vita dicono grazie e dicono “sì” –; pronti a far posto al Signore nei nostri progetti e ad accogliere con tenerezza materna tutti i fratelli e le sorelle che incontriamo sul nostro cammino».
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Nel pomeriggio, il Papa si è recato in piazza di Spagna per l’atto di venerazione all’Immacolata davanti alla statua della Madonna. Ecco la preghiera:
Vergine Immacolata,
Madre, Madre Immacolata,
oggi è la tua festa e noi ci stringiamo intorno a te.
I fiori che ti offriamo vogliono esprimere
il nostro amore e la nostra gratitudine;
ma tu vedi e gradisci soprattutto quei fiori nascosti
che sono le preghiere, i sospiri, anche le lacrime,
specialmente le lacrime dei piccoli e dei poveri.
Guardali, Madre, guardali.
Madre nostra, Roma si prepara a un nuovo Giubileo,
che sarà un messaggio di speranza per l’umanità
provata dalle crisi e dalle guerre.
Per questo in città dappertutto ci sono cantieri:
questo – tu lo sai – provoca non pochi disagi,
eppure è segno che Roma è viva,
che Roma si rinnova, che Roma cerca di adattarsi alle esigenze,
per essere più accogliente e più funzionale.
Ma il tuo sguardo di Madre vede oltre.
E mi sembra di sentire la tua voce
che con saggezza ci dice: “Figli miei,
vanno bene questi lavori, ma state attenti:
non dimenticate i cantieri dell’anima!
Il vero Giubileo è dentro:
dentro, dentro i vostri cuori – tu dici -,
dentro le relazioni famigliari e sociali.
È dentro che bisogna lavorare per preparare
la strada al Signore che viene”.
Ed è una buona opportunità
per fare una buona Confessione
e chiedere il perdono di tutti i peccati.
Dio perdona tutto, Dio perdona sempre, sempre.
Madre Immacolata, ti ringraziamo!
Questa tua raccomandazione ci fa bene,
ne abbiamo tanto bisogno, perché, senza volerlo,
rischiamo di essere presi totalmente
dall’organizzazione, dalle cose da fare,
e allora la grazia dell’Anno Santo,
che è tempo di rinascita spirituale, che è tempo di perdono e di liberazione sociale,
questa grazia giubilare può non venire bene,
essere un po’ soffocata.
Ma qui il Sindaco prepara tutte le cose perché in questa commemorazione, in questo Anno Santo, siano buone. Preghiamo per il Sindaco che ha tanto lavoro.
Sicuramente, Maria, tu fosti presente
nella sinagoga di Nazaret,
quel giorno in cui Gesù per la prima volta
predicò alla gente del suo paese.
Lesse dal rotolo del profeta Isaia:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi,
a proclamare l’anno di grazia del Signore» (Lc 4,18-19).
Poi si sedette e disse: «Oggi si è compiuta
questa Scrittura che voi avete ascoltato» (v. 21).
E Tu, Madre, Tu eri lì, in mezzo alla gente stupita.
Eri fiera di Lui, del Figlio tuo,
e nello stesso tempo presagivi il dramma
della chiusura e dell’invidia, che genera violenza.
Questo dramma tu l’hai attraversato
e sempre lo attraversi, col tuo cuore immacolato
ricolmo dell’amore del Cuore di Gesù.
Madre, liberaci dall’invidia:
che siamo fratelli tutti, che ci vogliamo bene.
Niente invidia. L’invidia, quel vizio giallo,
brutto, che rovina da dentro.
E anche oggi, Madre, ci ripeti:
“Ascoltate Gesù, ascoltate Lui!
Ascoltatelo, e fate quello che vi dice” (cfr Gv 2,5).
Grazie, Madre Santa! Grazie perché ancora,
in questo tempo povero di speranza,
ci doni Gesù, nostra Speranza. Grazie Madre.
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