Omelia di Papa Francesco nella festa della Beata Vergine Maria di Guadalupe.
Omelia di Papa Francesco nella festa della Beata Vergine Maria di Guadalupe.
«Nostro Dio guida la storia dell’umanità, nulla rimane al di fuori dal suo potere, che è tenerezza e amore provvidente. Si rende presente attraverso un gesto, un evento, una persona. Non smette di affacciarsi sul nostro mondo, bisognoso, ferito, ansioso, per assisterlo con la sua compassione e la sua misericordia. Il suo modo d’intervenire, il suo modo di manifestarsi, ci sorprende sempre, e ci riempie di gioia. Ci provoca stupore, e lo fa con stile proprio».
Papa Francesco spiega così l’indicazione offerta dalla lettura della lettera ai Galati nel giorno della festa della Beata Vergine Maria di Guadalupe. Nell’omelia della messa da lui presieduta, egli spiega che l’incarnazione sulla Terra del Figlio è la suprema espressione del metodo divino a favore della salvezza. Così in Gesù, nato da una donna, Maria, Dio rimane per sempre e irreversibilmente con noi, camminando al nostro fianco come un fratello e uguale a noi in tutto, tranne che nel peccato.
Similmente quasi cinque secoli fa, in un difficile momento per gli abitanti del nuovo mondo, il Signore inviò la Madonna per trasformare il turbamento per l’incontro con i coloni europei in un recupero di senso. La Vergine di Guadalupe si è dunque presentata come la “Madre del verissimo Dio per il quale si vive” ed è venuta per Consolare e soddisfare i bisogni di tutti, senza escludere nessuno. È diventata la Madre meticcia attraverso la quale ancora oggi, in un momento difficile per l’umanità tra guerre e ingiustizie, il Padre continua a donarci suo Figlio che ci invita a essere fratelli e a farci carico in fretta gli uni degli altri. Il pontefice ha poi detto:
«Oggi come ieri, Santa Maria di Guadalupe vuole incontrarci […]. Vuole restare con noi. Ci supplica di permetterle di essere nostra madre, di aprire la nostra vita a suo Figlio Gesù e di accogliere il suo messaggio per imparare ad amare come Lui. È venuta per accompagnare il popolo americano in questo cammino tanto duro di povertà, sfruttamento, colonialismi socio-economici e culturali. È in mezzo alle carovane che, in cerca di libertà e benessere, camminano verso il nord. È in mezzo a quel popolo americano minacciato nella sua identità da un paganesimo selvaggio e sfruttatore, ferito dalla predicazione attiva di un ateismo pratico e pragmatico. E Lei è lì. “Sono tua Madre”, ci dice. La Madre dell’amore per il quale si vive.».
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