L’omelia di Papa Francesco alla messa di beatificazione del servo di Dio Giovanni Paolo I.
L’omelia di Papa Francesco alla messa di beatificazione del servo di Dio Giovanni Paolo I.
Se vuoi baciare Gesù crocifisso, «non puoi fare a meno di piegarti sulla croce e lasciarti pungere da qualche spina della corona, che è sul capo del Signore», diceva papa Giovanni Paolo I. Per questo bisogna amare fino in fondo anche al prezzo del sacrificio, dell’incomprensione, della solitudine, ha aggiunto ieri Papa Francesco alla messa di beatificazione del servo di Dio che è stato pontefice per soli trentatré giorni nel 1978. Se non puntiamo in alto e non rischiamo per il bene come fatto da Gesù, rinunciamo a donarci completamente e lasciamo le cose incompiute, finendo per vivere la nostra vita a metà. Nella sua omelia, il Papa ha affermato che il nuovo beato ha vissuto così, amando fino alla fine nell’umiltà e nella mitezza, senza compromessi e smanie di gloria.
Commentando il Vangelo del giorno, egli si è chiesto come mai Gesù abbia rivolto parole poco attraenti e molto esigenti alla folla stupita e speranzosa che lo stava seguendo mentre era in cammino verso Gerusalemme, ovvero che non può essere suo discepolo chi non lo ama più della propria vita e dei propri parenti, chi non porta la propria croce, chi non rinuncia ai suoi averi (Lc 14,25-27.33). Specialmente nei periodi di crisi come quello odierno, quando le persone sono più esposte a sentimenti di rabbia e vulnerabili per la paura, un leader capace come Lui di attirare gente potrebbe cavalcare il consenso promettendo di essere il salvatore della situazione, mentre in realtà vuole accrescere il proprio potere.
Gesù, invece, non fa così, perché lo stile di Dio è diverso. Egli non strumentalizza i nostri bisogni e non usa le nostre debolezze per ottenere un successo personale e distribuire gioie a buon mercato. Al contrario, si preoccupa quando la gente lo segue con facili entusiasmi e chiede a ciascuno di discernere con attenzione le motivazioni per cui lo acclama. Un vero discepolo non deve cercare in Lui chi risolva i problemi con un miracolo, soddisfi i propri bisogni o tenga tutto sotto controllo. Il Signore chiede un altro atteggiamento, che porti a farsi carico dei pesi propri e altrui e imiti l’amore generoso e misericordioso che Egli ha per noi. È una scelta che impegna la totalità dell’esistenza, per questo Gesù chiede di non anteporre nulla a questo amore. Per farla, occorre imparare l’amore senza misura guardando al Crocifisso. Proprio come ha fatto papa Luciani, che col suo sorriso dell’anima è riuscito a trasmettere la bontà di Dio.
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