Siamo evangelizzatori se conserviamo nel cuore la gratitudine di essere evangelizzati

Omelia di Papa Francesco al concistoro ordinario per la creazione di nuovi cardinali.

Una specie di sorpresa nascosta in un passo degli Atti degli apostoli (2,1-11) è stata al centro dell’omelia di Papa Francesco durante il concistoro ordinario pubblico per la creazione di nuovi cardinali, svoltosi questo sabato. Nel racconto della Pentecoste, i giudei che «abitavano allora a Gerusalemme» dicono: «Siamo parti, medi, elamiti…», un po’ come i cardinali che vengono da tutte le parti del mondo. Il pontefice ha quindi spiegato questa associazione:

«normalmente noi pastori, quando leggiamo il racconto della Pentecoste, ci identifichiamo con gli Apostoli. È naturale che sia così. Invece quei “Parti, Medi, Elamiti” eccetera, che nella mia mente avevo associato ai Cardinali, non appartengono al gruppo dei discepoli, sono fuori dal cenacolo, sono parte di quella “folla” che “si radunò” sentendo il rumore provocato dal vento impetuoso. Gli Apostoli erano “tutti Galilei”, mentre la gente che si era radunata era “di ogni nazione che è sotto il cielo”, proprio come sono i Vescovi e i Cardinali nel nostro tempo».

Questa sorta di inversione di ruoli rivela dunque una prospettiva interessante. Come quei giudei si trovarono a essere protagonisti della nascita della Chiesa grazie a un dono di Dio, anche oggi si deve riscoprire con stupore il dono di aver ricevuto il Vangelo «nelle nostre lingue». Sacerdoti, vescovi, cardinali prima di essere tali sono parti, medi, elamiti, perché è nella storia dei rispettivi popoli di origine che lo Spirito Santo ha operato il prodigio della comunicazione del mistero di Gesù Cristo morto e risorto.

«Siamo evangelizzatori nella misura in cui conserviamo nel cuore lo stupore e la gratitudine di essere stati evangelizzati. Anzi, di essere evangelizzati, perché in realtà si tratta di un dono sempre attuale, che chiede di essere continuamente rinnovato nella memoria e nella fede». La Pentecoste, come il battesimo, è un atto creativo che Dio rinnova continuamente. Non si vive di rendita, si vive dell’oggi di Dio per l’azione dello Spirito Santo, con uno spirito sinodale che rende la Chiesa una sapiente composizione di diversità.

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