Giovani, fate chiasso, perché è il frutto dei vostri sogni

Omelia di Papa Francesco nella solennità di Cristo Re e nella XXXVI Giornata mondiale della gioventù.

Nell’omelia della messa celebrata nella solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo e nella trentaseiesima Giornata mondiale della gioventù, Papa Francesco si è soffermato su due immagini tratte dal Vangelo della domenica. La prima, tratta dall’Apocalisse di Giovanni e anticipata dal profeta Daniele, è descritta dalle parole: «Viene con le nubi» (Ap 1,7; Dn 7,13) e si riferisce alla venuta gloriosa di Gesù come Signore e fine della storia. Egli viene con le nuvole per rassicurarci che è presente anche nei momenti bui della nostra vita. Ma per vederlo nell’oscurità occorre alzare lo sguardo e riconoscerlo.

«Cosa vuol dire questo? Avere occhi luminosi anche dentro le tenebre, non smettere di cercare la luce in mezzo alle oscurità che tante volte portiamo nel cuore e vediamo attorno a noi. Alzare lo sguardo da terra, verso l’alto, non per fuggire, ma per vincere la tentazione di rimanere stesi sui pavimenti delle nostre paure. Questo è il pericolo: che ci reggano le nostre paure. Non rimanere rinchiusi nei nostri pensieri a piangerci addosso. Alza lo sguardo, alzati! Questo è l’invito […] che il Signore ci rivolge.»

Il pontefice esorta quindi i giovani a essere sentinelle che sanno vedere la luce nella notte. Per questo, serve essere capaci di sognare e, se necessario, anche fare chiasso per non rimanere in un mondo appiattito sul presente. Nella seconda immagine, dal Vangelo, si vede Cristo che sta davanti a Pilato e gli dice: «Io sono re» (Gv 18,37). Egli, con determinazione e coraggio, invece di trovare un compromesso con i suoi accusatori proclama la sua suprema libertà, prendendosi la responsabilità della sua vita come testimonianza del Regno d’amore del Padre.

«E noi possiamo chiederci: se fossi qui, ora, al posto di Pilato davanti a Gesù, a guardarlo negli occhi, di che cosa mi vergognerei? Davanti alla verità di Gesù, alla verità che è Gesù, quali sono le mie falsità che non stanno in piedi, le mie doppiezze che a Lui non piacciono? […] Ci serve metterci davanti a Gesù per fare la verità in noi. Ci serve adorarlo per essere liberi dentro, per fare luce sulla vita e non lasciarci ingannare dalle mode del momento, dai fuochi d’artificio del consumismo che abbaglia e paralizza. […] Così, nella libertà di Gesù troviamo anche il coraggio di andare controcorrente.»

Leggi qui il testo completo dell’omelia