Omelia di Papa Francesco per la celebrazione della Domenica delle Palme e della Passione del Signore.
Omelia di Papa Francesco per la celebrazione della Domenica delle Palme e della Passione del Signore.
All’inizio dell’omelia della messa per la celebrazione della Domenica delle Palme e della Passione del Signore, Papa Francesco ha messo in contrapposizione la mentalità di Gesù crocifisso e quelle dei suoi crocifissori sul Calvario. Questi, dai capi ai soldati fino a uno dei malfattori, ripetono “Salva te stesso”, ritornello di un’umanità che pensa ai propri interessi e non agli altri. Invece, il Salvatore offre sé stesso e misericordia, chiedendo “Padre, perdona loro” mentre è dolorosamente trafitto dai chiodi. Affisso al patibolo dell’umiliazione, aumenta l’intensità del dono, che diventa per-dono. Il pontefice si rivolge quindi a noi:
«Fratelli, sorelle, pensiamo che Dio fa così anche con noi: quando gli provochiamo dolore con le nostre azioni, Egli soffre e ha un solo desiderio: poterci perdonare. Per renderci conto di questo, guardiamo il Crocifisso. È dalle sue piaghe, da quei fori di dolore provocati dai nostri chiodi che scaturisce il perdono. Guardiamo Gesù in croce e pensiamo che non abbiamo mai ricevuto parole più buone: Padre, perdona. Guardiamo Gesù in croce e vediamo che non abbiamo mai ricevuto uno sguardo più tenero e compassionevole. Guardiamo Gesù in croce e capiamo che non abbiamo mai ricevuto un abbraccio più amorevole. Guardiamo il Crocifisso e diciamo: “Grazie Gesù: mi ami e mi perdoni sempre, anche quando faccio fatica ad amarmi e perdonarmi”».
Cristo vive il suo comandamento più difficile, l’amore per i nemici, nel suo momento più difficile, mostrandoci che a una ferita, un’offesa, una delusione bisogna reagire con amore spezzando il circolo vizioso del male. Non si può pensare “ti voglio bene se mi vuoi bene, ti aiuto se tu mi aiuti”, perché, come Dio, non dobbiamo smettere di avere compassione e misericordia e di perdonare, non solo con la mente ma con il cuore. Inoltre, Gesù aggiunge alla richiesta di perdono “perché non sanno quello che fanno”: i suoi crocifissori hanno sì premeditato la sua uccisione, ma dimostrano quell’ignoranza del cuore presente in tutti i peccatori che fa dimenticare l’umanità. Il Papa conclude:
«Fratelli, sorelle, in questa settimana accogliamo la certezza che Dio può perdonare ogni peccato. Dio perdona tutti, può perdonare ogni distanza, mutare ogni pianto in danza (cfr Sal 30,12); la certezza che con Cristo c’è sempre posto per ognuno; che con Gesù non è mai finita, non è mai troppo tardi. Con Dio si può sempre tornare a vivere. Coraggio, camminiamo verso la Pasqua con il suo perdono. Perché Cristo continuamente intercede presso il Padre per noi (cfr Eb 7,25) e, guardando il nostro mondo violento, il nostro mondo ferito, non si stanca di ripetere – e noi lo facciamo adesso con il nostro cuore, in silenzio – di ripetere: Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno».
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