Apriamo il cuore all’inquietudine, chiediamo il coraggio per andare avanti e finiamo nell’adorazione

Omelie di Papa Francesco nella solennità dell’Epifania e nella festa del Battesimo del Signore.

«Come una stella che sorge (cfr Nm 24,17), Gesù viene a illuminare tutti i popoli e a rischiarare le notti dell’umanità. Con i Magi, alzando lo sguardo al cielo, anche noi oggi ci domandiamo: “Dov’è colui che è nato?” (Mt 2,2). Qual è, cioè, il luogo in cui possiamo trovare e incontrare il nostro Signore?».

Nell’omelia della messa nella solennità dell’Epifania del Signore, Papa Francesco si domanda dove è possibile incontrare Dio e fornisce tre indicazioni. Innanzitutto, Egli va cercato nell’inquietudine delle domande. Nei Magi all’inizio c’è proprio questo: si domandano con stupore dov’è colui che è nato, mostrando un principio di fede che è dono di Dio e non nasce da propri meriti o da ragionamenti teorici. Anche noi, mossi dalla grazia del Signore, ci dobbiamo lasciare interrogare per rimanere desti dai «tranquillanti dell’anima» e dalla «cassaforte della comodità».

Poi, il secondo luogo dell’incontro è nel rischio del cammino. I Magi, infatti, non si fermano a contemplare la luce della stella, ma si avventurano in un viaggio rischioso che non prevede in anticipo strade sicure. Senza un percorso continuo e un dialogo costante con il Signore, la nostra fede, per la quale non basta qualche idea su Dio e qualche preghiera che acquieti la coscienza, non può crescere. Infine, la ricerca va fatta nello stupore dell’adorazione. Dopo il loro lungo peregrinare, i Magi giunsero a vedere il bambino, si prostrarono e lo adorarono. Questo è fondamentale: dopo le inquietudini e le domande, dopo i rischi del cammino, la fede deve convergere nell’adorazione del Signore, il centro da cui tutto nasce e in cui tutto culmina, nell’abbandono silenzioso al suo amore. Esorta il pontefice:

«Fratelli e sorelle, non lasciamo che si spenga in noi l’inquietudine delle domande; non arrestiamo il nostro cammino cedendo all’apatia o alla comodità; e, incontrando il Signore, arrendiamoci allo stupore dell’adorazione. Allora scopriremo che una luce illumina anche le notti più scure: è Gesù, è la stella radiosa del mattino, il sole di giustizia, il fulgore misericordioso di Dio, che ama ogni uomo e ogni popolo della terra».

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Nell’omelia di ieri alla messa per la festa del Battesimo del Signore, durante la quale sono stati battezzati alcuni bambini, il Papa ha chiesto ai presenti di far imparare ai loro figli la data di questo avvenimento, perché essi lo ricordino come un compleanno, quello che ci fa rinascere alla vita cristiana. Un altro consiglio ha riguardato la prima cosa da insegnare, la preghiera, partendo dai semplici gesti delle mani. Pregare sarà quello che darà loro forza durante tutta la vita, sia nei momenti buoni per ringraziare Dio, sia in quelli brutti per trovare la speranza.

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