Rompiamo la sordità interiore che ci impedisce di ascoltare il grido di dolore dei più deboli

Omelia di Papa Francesco alla messa per la Giornata mondiale dei poveri.

«Mentre alcuni parlano della bellezza esteriore del tempio e ammirano le sue pietre, Gesù risveglia l’attenzione circa gli eventi travagliati e drammatici che segnano la storia umana. Infatti, mentre il tempio costruito dalle mani dell’uomo passerà, come passano tutte le cose di questo mondo, è importante saper discernere il tempo che viviamo, per rimanere discepoli del Vangelo anche in mezzo agli sconvolgimenti della storia. E, per indicarci il modo di discernere, il Signore ci offre due esortazioni: non lasciatevi ingannare e rendete testimonianza».

Nell’omelia della messa celebrata ieri, Papa Francesco ha scelto queste due esortazioni da approfondire in occasione della Giornata mondiale dei poveri. La prima è legata a quando Gesù dice «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro!» (Lc 21,8). Lui vuole liberarci dalla tentazione di vedere i fatti più drammatici in modo disfattista e complottista, come se fossimo vicini alla fine del mondo e non valesse più la pena di impegnarsi in qualcosa di buono. Invece di lasciarsi guidare dalla paura, bisogna ricordarsi che dolori, guerre e calamità non sono un buon motivo per pensare che sia tutto perduto. Il discepolo del Dio della risurrezione e della speranza non si lascia atrofizzare dalla rassegnazione, ma pensa a cosa concretamente può fare di bene.

Poi, il pontefice ricorda che Gesù fa una richiesta in positivo: «Avrete allora occasione di dare testimonianza» (v. 13). Ciò significa avere l’opportunità di fare qualcosa di buono a partire dalle circostanze della vita, anche quando sono negative. Il cristiano non resta vittima di quanto accade, ma coglie anche quel poco di bene che sia possibile fare, perché ogni crisi è aperta alla presenza di Dio e dell’umanità. Per questo, la crisi non va trasformata in conflitto, che chiude gli orizzonti, ma in un’occasione di crescita. Oggi, davanti a guerre, conflitti, carestie e pestilenze, non dobbiamo girarci dall’altra parte, dobbiamo interrogarci su come testimoniare il Vangelo. La Parola di Cristo è un monito forte a rompere quella sordità interiore che tutti noi abbiamo e che ci impedisce di ascoltare il grido di dolore soffocato dei più deboli.

«Facciamo nostro l’invito forte e chiaro del Vangelo a non lasciarci ingannare. Non diamo ascolto ai profeti di sventura; non facciamoci incantare dalle sirene del populismo, che strumentalizza i bisogni del popolo proponendo soluzioni troppo facili e sbrigative. Non seguiamo i falsi messia che, in nome del guadagno, proclamano ricette utili solo ad accrescere la ricchezza di pochi, condannando i poveri all’emarginazione. Al contrario, rendiamo testimonianza: accendiamo luci di speranza in mezzo alle oscurità; cogliamo, nelle situazioni drammatiche, occasioni per testimoniare il Vangelo della gioia e costruire un mondo fraterno, almeno un po’ più fraterno; impegniamoci con coraggio per la giustizia, la legalità e la pace, stando sempre a fianco dei più deboli. Non scappiamo per difenderci dalla storia, ma lottiamo per dare a questa storia che noi stiamo vivendo un volto diverso».

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