Omelie di Papa Francesco per la solennità di Maria Santissima Madre di Dio.
Omelie di Papa Francesco per la solennità di Maria Santissima Madre di Dio.
A causa di una dolorosa sciatalgia, Papa Francesco non è riuscito a presiedere le celebrazioni del 31 dicembre 2020 e del 1° gennaio 2021. I Primi Vespri della solennità di Maria Santissima Madre di Dio e il Te Deum di ringraziamento per l’anno trascorso sono stati celebrati dal cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio Cardinalizio, il quale ha letto l’omelia del pontefice, dove ha affrontato da subito la questione di come valutare la pandemia da coronavirus che ha segnato l’anno appena trascorso. È giusto domandarsi quale sia il senso di un dramma come questo? Non dobbiamo avere fretta di dare risposta a tale interrogativo. Ai nostri dubbi più angosciosi nemmeno il Signore risponde facendo ricorso a ragioni superiori, perché un Dio che sacrificasse gli esseri umani per un grande disegno, anche fosse il migliore possibile, non è certo quello che ci ha rivelato Gesù.
«Il buon samaritano, quando incontrò quel poveretto mezzo morto sul bordo della strada, non gli fece un discorso per spiegargli il senso di quanto gli era accaduto, magari per convincerlo che in fondo era per lui un bene. Il samaritano, mosso da compassione, si chinò su quell’estraneo trattandolo come un fratello e si prese cura di lui facendo tutto quanto era nelle sue possibilità (cfr Lc 10,25-37). Qui, sì, forse possiamo trovare un “senso” di questo dramma che è la pandemia, come di altri flagelli che colpiscono l’umanità: quello di suscitare in noi la compassione e provocare atteggiamenti e gesti di vicinanza, di cura, di solidarietà, di affetto.»
Leggi qui il testo completo dell’omelia
La celebrazione della messa nella solennità di Maria Santissima Madre di Dio è stata invece presieduta dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, che ha letto l’omelia di Papa Francesco. Il pontefice ha messo in risalto dalle letture della liturgia del giorno tre verbi che trovano compimento nella Madre di Dio: benedire, nascere e trovare. La prima cosa che il Signore ha fatto dopo la creazione è stata dire bene di ogni cosa e dire molto bene di noi. Ma ora, con Suo Figlio, non riceviamo solo parole di benedizione, ma la benedizione stessa, e ogni volta che apriamo il cuore a Gesù la benedizione di Dio entra nella nostra vita.
«Oggi celebriamo il Figlio di Dio, il Benedetto per natura, che viene a noi attraverso la Madre, la benedetta per grazia. Maria ci porta così la benedizione di Dio. Dove c’è lei arriva Gesù. Perciò abbiamo bisogno di accoglierla, come santa Elisabetta, che la fece entrare nella sua casa e subito riconobbe la benedizione, e disse: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!” (Lc 1,42). […] Facendo posto a Maria veniamo benedetti, ma impariamo pure a benedire. La Madonna, infatti, insegna che la benedizione si riceve per donarla. […] Anche noi siamo chiamati a benedire, a dire bene in nome di Dio.»
Il secondo verbo individuato dal Papa è nascere. Il Signore è nato come noi, “nato da donna”, come sottolinea san Paolo (Gal 4,4). Per questo Maria ci unisce a Dio, perché in lei Dio si è legato alla nostra carne e non l’ha lasciata mai più. Lei è la via che il Signore ha scelto per giungere a noi ed è quella che noi dobbiamo scegliere per giungere a Lui. Con Maria incontriamo Dio nella tenerezza, nell’intimità, nella carne, proprio come Lui vuole. Ella “custodiva tutto nel cuore” (cfr Lc 2,19), il luogo dove nasce il bene che, per questo, va educato alla cura delle persone e delle cose. Tutto comincia da qui: dal prenderci cura degli altri e del creato.
«Il terzo verbo è trovare. Il Vangelo dice che i pastori “trovarono Maria e Giuseppe e il bambino” (v. 16). Non trovarono segni prodigiosi e spettacolari, ma una semplice famiglia. Lì, però, trovarono veramente Dio, che è grandezza nella piccolezza, fortezza nella tenerezza. Ma come fecero i pastori a trovare questo segno così poco appariscente? Furono chiamati da un angelo. Anche noi non avremmo trovato Dio se non fossimo stati chiamati per grazia. […] Lo abbiamo trovato, ma non dobbiamo perderlo di vista. Il Signore, infatti, non si trova una volta per tutte, ma va trovato ogni giorno.»
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