Questa è la notte in cui la porta della speranza si è spalancata sul mondo

Parole di Papa Francesco per il Natale e l’apertura della Porta santa.

Nella messa nella notte del Natale del Signore, Papa Francesco ha aperto la Porta santa alla basilica di San Pietro in Vaticano, dando inizio al Giubileo ordinario del 2025. Nell’omelia, ha affermato che «se Dio viene, anche quando il nostro cuore somiglia a una povera mangiatoia, allora possiamo dire: la speranza non è morta, la speranza è viva, e avvolge la nostra vita per sempre!». Per accogliere questo dono siamo chiamati a metterci in cammino con lo stupore dei pastori di Betlemme dopo che hanno ricevuto l’annuncio dell’angelo, «senza indugio» (Lc 2,16).

Quindi, «Senza indugio, andiamo a vedere il Signore che è nato per noi, con il cuore leggero e sveglio, pronto all’incontro, per essere capaci di tradurre la speranza nelle situazioni della nostra vita. E questo è il nostro compito: tradurre la speranza nelle diverse situazioni della vita. Perché la speranza cristiana non è un lieto fine da attendere passivamente, non è l’happy end di un film: è la promessa del Signore da accogliere qui, ora, in questa terra che soffre e che geme». Il Giubileo, tempo della speranza, ci invita a riscoprire la gioia dell’incontro con Dio, a rinnovarci spiritualmente, a impegnarci nella trasformazione del mondo.

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Ieri, giorno della solennità del Natale, il pontefice ha impartito la benedizione Urbi et Orbi. Nel suo messaggio, ha ricordato come l’avvenimento della nascita di Gesù si rinnovi continuamente per opera dello Spirito Santo e che «oggi, nel travaglio di questo nostro tempo, si incarna nuovamente e realmente la Parola eterna di salvezza, che dice ad ogni uomo e ogni donna […]: “Io ti amo, io ti perdono, ritorna a me, la porta del mio cuore è aperta per te!”». Questo è il significato della Porta santa del Giubileo: rappresenta Gesù, Porta di salvezza aperta per tutti, Porta che il Padre misericordioso ha aperto in mezzo al mondo e alla storia perché tutti possano ritornare a Lui.

«Spesso noi ci fermiamo solo sulla soglia; non abbiamo il coraggio di oltrepassarla, perché ci mette in discussione. Entrare per la Porta richiede il sacrificio di fare un passo […], richiede di lasciarsi alle spalle contese e divisioni, per abbandonarsi alle braccia aperte del Bambino che è il Principe della pace. In questo Natale, inizio dell’Anno giubilare, invito ogni persona, ogni popolo e nazione ad avere il coraggio di varcare la Porta, a farsi pellegrini di speranza, a far tacere le armi e a superare le divisioni!».

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Oggi, giorno di santo Stefano, il Papa si è recato presso la Casa Circondariale di Rebibbia a Roma, dove ha celebrato la messa e aperto la seconda Porta santa. Qui ha detto che «È un bel gesto quello di spalancare, aprire: aprire le porte. Ma più importante è quello che significa: è aprire il cuore. Cuori aperti. E questo fa la fratellanza. I cuori chiusi, quelli duri, non aiutano a vivere. Per questo, la grazia di un Giubileo è spalancare, aprire e, soprattutto, aprire i cuori alla speranza. La speranza non delude (cfr Rm 5,5), mai!».

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