Omelia di Papa Francesco alla messa di Pentecoste.
Omelia di Papa Francesco alla messa di Pentecoste.
«”Verrà il Paraclito, che io manderò dal Padre” (Gv 15,26). Con queste parole Gesù promette ai discepoli lo Spirito Santo, il dono definitivo, il dono dei doni. Ne parla usando un’espressione particolare, misteriosa: Paraclito. Accogliamo oggi questa parola, non facile da tradurre in quanto racchiude in sé più significati. Paraclito, in sostanza, vuol dire due cose: Consolatore e Avvocato.»
Nell’omelia alla messa nella domenica di Pentecoste, Papa Francesco ha introdotto così la sua spiegazione di cosa significhi il termine che nel Vangelo di Giovanni indica lo Spirito Santo e Gesù stesso. Innanzitutto, il Paraclito è il Consolatore, colui che allevia i nostri momenti difficili agendo nel nostro spirito con la tenerezza di Dio, che non ci lascia soli. La consolazione non può essere terrena, perché ci dà un sollievo momentaneo e svanisce presto, non curando il male profondo che ci portiamo dentro. Bisogna fare come gli apostoli: quella mattina sono soli, smarriti e impauriti perché hanno rinnegato Gesù, ma quando ricevono lo Spirito vengono consolati e sentono così il desiderio di testimoniare l’amore ricevuto. Continua il pontefice:
«Pure noi siamo chiamati a testimoniare nello Spirito Santo, a diventare paracliti, cioè consolatori. Sì, lo Spirito ci chiede di dare corpo alla sua consolazione. Come possiamo fare questo? Non facendo grandi discorsi, ma facendoci prossimi; non con parole di circostanza, ma con la preghiera e la vicinanza. Ricordiamo che la vicinanza, la compassione e la tenerezza è lo stile di Dio, sempre. Il Paraclito dice alla Chiesa che oggi è il tempo della consolazione. È il tempo del lieto annuncio del Vangelo più che della lotta al paganesimo. È il tempo per portare la gioia del Risorto, non per lamentarci del dramma della secolarizzazione. È il tempo per riversare amore sul mondo, senza sposare la mondanità. È il tempo in cui testimoniare la misericordia più che inculcare regole e norme. È il tempo del Paraclito! È il tempo della libertà del cuore, nel Paraclito.»
Il Paraclito, poi, è anche l’Avvocato. All’epoca di Gesù, l’avvocato non parlava al posto dell’imputato, ma solitamente gli stava accanto suggerendo gli argomenti per difendersi. Così, lo Spirito non si sostituisce a noi, ma ci ispira pensieri e sentimenti difendendoci dal male. Il Papa individua tre suggerimenti tipici del Paraclito. Il primo è “abita il presente”, ovvero non farti paralizzare dalle nostalgie del passato o dalle incertezze del domani, ma vivi la grazia dell’oggi. Il secondo consiglio è “cerca l’insieme”, perché lo Spirito non plasma individui chiusi ma ci fonda come Chiesa nella multiforme e armonica varietà dei carismi. Infine, “metti Dio prima del tuo io”, ricordando che solo se ci svuotiamo di noi stessi lasciamo spazio al Signore.
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