Omelia di Papa Francesco per la solennità della Pentecoste.
Omelia di Papa Francesco per la solennità della Pentecoste.
«Gesù fa un’affermazione che ci dà speranza e nello stesso tempo ci fa riflettere. Dice ai discepoli: “Lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto” (Gv 14,26). Ci colpisce questo “ogni cosa”, e questo “tutto”; e ci domandiamo: in che senso lo Spirito dà a chi lo riceve questa comprensione nuova e piena? Non è questione di quantità né questione accademica: Dio non vuole fare di noi delle enciclopedie, o degli eruditi. No. È questione di qualità, di prospettiva, di fiuto. Lo Spirito ci fa vedere tutto in modo nuovo, secondo lo sguardo di Gesù».
Nell’omelia della messa per la solennità della Pentecoste, Papa Francesco è partito da questa riflessione per poi dire che, nel corso della vita, lo Spirito Santo ci insegna da dove partire, quali vie prendere e come camminare. In primo luogo, lo Spirito ci indica il punto di partenza della vita spirituale ovvero la logica di Gesù: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti» (Gv 14,15). Spesso siamo abituati a pensare all’inverso: se osserviamo, amiamo. Invece, la via non è quella dall’osservanza e dalla religiosità, ma quella dall’amore, che nasce come dono del Signore e ci viene da Lui ricordato attraverso tutte le parole di Cristo. È dunque essenziale alimentare questa memoria, accogliendo in noi lo Spirito per aiutarci anche nei nostri problemi.
Poi, lo Spirito ci guida nei percorsi migliori da prendere. Per questo, è importante saper discernere la sua voce da quella del male. Chi si sente spinto a fare sempre quello che gli piace, quello che gli pare, segue lo spirito cattivo e, dopo effimere soddisfazioni, si trova il vuoto dentro, che poi si trasforma in accuse e distruzione. Invece, lo Spirito Santo sprona a cambiare, combattere con le proprie falsità e a piangere per i propri peccati, anche se ciò comporta fatica, lotta interiore e sacrificio. Quando siamo agitati da amarezza, pessimismo e pensieri tristi, ricordiamoci che non è esso che sta agendo, ma il male che si trova a suo agio nella negatività e alimenta l’insofferenza e il vittimismo. Lo Spirito, al contrario, invita a non perdere mai la fiducia e a ricominciare sempre, facendoci mettere in gioco e portandoci a incontrare speranza e gioia.
Infine, lo Spirito ci indica come camminare. Se non fosse sceso e avesse fatto uscire i discepoli dal loro cenacolo, essi sarebbero stati tra di loro e non si sarebbero aperto al mondo. Oggi, Esso continua ad aprirci alla sua novità, ribaltando i nostri schemi per spingerci a non rimanere chiusi in un recinto e annunciare la bellezza di Dio accogliendo gli altri. Lo spirito mondano, invece, ci fa concentrare solo sui nostri problemi e interessi. Curiosamente, lo Spirito Santo crea una certa divisione, ma lo fa perché separa le persone secondo la varietà dei carismi per poi ottenere l’armonia delle diversità, la ricchezza della Chiesa.
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