Omelia di Papa Francesco nella solennità di Pentecoste.
Omelia di Papa Francesco nella solennità di Pentecoste.
Nell’omelia della messa nella solennità di Pentecoste, Papa Francesco ha mostrato i tre momenti in cui vediamo agire lo Spirito Santo: nel mondo che ha creato, nella Chiesa e nei nostri cuori. Esso è, innanzitutto, Spirito creatore, all’opera fin dall’inizio: «Mandi il tuo spirito, sono creati» (Salmo 104,30). Il suo ruolo nel principio del mondo, tutto originato dal Padre e tutto creato per mezzo del Figlio, e in ogni tempo è far passare le realtà create dal disordine all’ordine, dalla dispersione alla coesione, dalla confusione all’armonia. «Oggi nel mondo c’è tanta discordia, tanta divisione. Siamo tutti collegati eppure ci troviamo scollegati tra di noi, anestetizzati dall’indifferenza e oppressi dalla solitudine. Tante guerre, tanti conflitti: sembra incredibile il male che l’uomo può compiere! Ma, in realtà, ad alimentare le nostre ostilità c’è lo spirito della divisione, il diavolo, il cui nome significa proprio “divisore”. […] di fronte al male della discordia, i nostri sforzi per costruire l’armonia non bastano. Ecco allora che il Signore, al culmine della sua Pasqua, al culmine della salvezza, riversa sul mondo creato il suo Spirito buono, lo Spirito Santo, che si oppone allo spirito divisore perché è armonia, Spirito di unità che porta la pace. Invochiamolo ogni giorno sul nostro mondo, sulla nostra vita e davanti ad ogni tipo di divisione!».
Oltre che nella creazione, lo Spirito Santo è all’opera nella Chiesa, a partire dal giorno di Pentecoste. Non lo ha fatto, dice il pontefice, impartendo istruzioni e norme alla comunità, ma scendendo su ciascun apostolo e dando a ognuno grazie particolari e carismi differenti. Questa pluralità di doni potrebbe generare confusione, ma anche qui lo Spirito crea armonia a partire dalla pluralità. Esso non cancella le diversità, ma armonizza tutto senza omologare. Così, ci invita a provare stupore per il suo amore e per i suoi doni presenti negli altri. «Il Sinodo in corso è – e dev’essere – un cammino secondo lo Spirito: non un parlamento per reclamare diritti e bisogni secondo l’agenda del mondo, non l’occasione per andare dove porta il vento, ma l’opportunità per essere docili al soffio dello Spirito. […] Senza di Lui la Chiesa è inerte, la fede è solo una dottrina, la morale solo un dovere, la pastorale solo un lavoro. A volte sentiamo cosiddetti pensatori, teologi, che ci danno dottrine fredde, sembrano matematiche, perché manca lo Spirito dentro. Con Lui, invece, la fede è vita, l’amore del Signore ci conquista e la speranza rinasce. […] Mettiamo lo Spirito al principio e al cuore dei lavori sinodali. […] E camminiamo insieme, perché lo Spirito, come a Pentecoste, ama discendere mentre “tutti si trovano insieme” (cfr At 2,1). Sì, per mostrarsi al mondo Egli ha scelto il momento e il luogo in cui tutti stavano insieme. Il Popolo di Dio, per essere ricolmo dello Spirito, deve dunque camminare insieme, fare sinodo».
Infine, continua il Papa, lo Spirito Santo crea armonia nei nostri cuori. La sera di Pasqua, Gesù soffia sui discepoli e dice: «Ricevete lo Spirito Santo» (Gv 20,22). Lo dona per perdonare i peccati, per riconciliare gli animi, per armonizzare i cuori lacerati dal male, frantumati dalle ferite, disgregati dai sensi di colpa. Anche noi, se vogliamo armonia, dobbiamo cercare ogni giorno lo Spirito, non dei riempitivi mondani. «Oggi, nella sua festa, chiediamoci: io sono docile all’armonia dello Spirito? Oppure perseguo i miei progetti, le mie idee senza lasciarmi plasmare, senza farmi cambiare da Lui? Il mio modo di vivere la fede è docile allo Spirito o è testardo? Attaccato in modo testardo alle lettere, alle cosiddette dottrine che sono soltanto espressioni fredde della vita? Sono frettoloso nel giudicare, punto il dito e sbatto porte in faccia agli altri, ritenendomi vittima di tutti e di tutto? Oppure accolgo la sua potenza creatrice armoniosa, accolgo la grazia dell’insieme che Egli ispira, il suo perdono che dà pace? E a mia volta perdono? Il perdono è fare spazio perché venga lo Spirito. Promuovo riconciliazione e creo comunione, o sempre sto cercando, ficcando il naso dove ci sono difficoltà per sparlare, per dividere, per distruggere? Perdono, promuovo riconciliazione, creo comunione? Se il mondo è diviso, se la Chiesa si polarizza, se il cuore si frammenta, non perdiamo tempo a criticare gli altri e ad arrabbiarci con noi stessi, ma invochiamo lo Spirito: Lui è capace di risolvere queste cose».
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