Omelia di Papa Francesco per la messa nella solennità dei santi Pietro e Paolo apostoli.
Omelia di Papa Francesco per la messa nella solennità dei santi Pietro e Paolo apostoli.
Pietro, il pescatore di Galilea che Gesù fece pescatore di uomini, e Paolo, il fariseo persecutore della Chiesa trasformato dalla Grazia in evangelizzatore delle genti, incontrando il Signore sono stati liberati e, davanti a loro, si sono aperte le porte di una nuova vita. È proprio sull’immagine della porta, legata anche al Giubileo dell’anno prossimo, che Papa Francesco si è soffermato nella sua omelia per la messa di sabato nella solennità dei santi Pietro e Paolo, in cui c’è stata anche la benedizione dei palli per i nuovi arcivescovi metropoliti. Nelle storie dei due apostoli ci sono diverse porte che si aprono.
Nella notte della liberazione di Pietro dalla prigionia, prima si aprono miracolosamente le porte del carcere, poi lui e l’angelo che lo accompagna si trovano davanti «alla porta di ferro che arriva alla città; la porta si aprì da sé davanti a loro» (At 12,10). Il pontefice ha commentato così questo passo: «Non sono loro ad aprire la porta, essa si apre da sé. È Dio che apre le porte, è Lui che libera e spiana la strada. A Pietro […] Gesù aveva affidato le chiavi del Regno; ma egli fa esperienza che, ad aprire le porte, è per primo il Signore, Lui sempre ci precede. Ed è curioso un fatto: le porte del carcere si sono aperte per la forza del Signore, ma Pietro poi farà fatica ad entrare nella casa della comunità cristiana: colei che va alla porta, pensa che sia un fantasma e non gli apre (cfr At 12,12-17). Quante volte le comunità non imparano questa saggezza di aprire le porte!».
Paolo, trasformato da Cristo sulla via di Damasco, afferma che quando siamo deboli in realtà diventiamo forti, perché non ci aggrappiamo più a noi stessi, ma a Dio (2 Cor 12,10): «Non vivo più io, ma Cristo vive in me» (Gal 2,20). Consapevole di ciò, nell’annunciare il Vangelo egli usa frequentemente l’immagine della porta, usando frasi come «appena arrivati, riunirono la Chiesa e riferirono tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro e come avesse aperto ai pagani la porta della fede» (At 14,27) e «Pregate anche per noi, perché Dio ci apra la porta della Parola per annunciare il mistero di Cristo» (Col 4,3). Il Papa ha concluso la sua riflessione sottolineando come i due apostoli abbiano toccato con mano l’opera del Signore, che ha aperto le porte del loro carcere interiore e quelle dell’evangelizzazione perché potessero portare a tutti la speranza del Vangelo.
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